FERMO – Road show sulle imprese per le imprese. Fa tappa a Fermo “L’Italia che funziona”, l’iniziativa nazionale promossa dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, dal ministero dello Sviluppo economico e dalla Cassa depositi e prestiti. Tra i presenti al confronto che si è svolto oggi, venerdì 31 maggio, il sottosegretario agli Affari esteri e alla Cooperazione internazionale Manlio Di Stefano e il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini. Tra i temi trattati il ruolo dell’Ice- Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e la ricostruzione post terremoto.
«Quando il ministero per gli Affari Esteri e per la Cooperazione Internazionale ha confermato una tappa del tour nelle Marche, mi sono permesso di segnalare come sede dell’evento proprio Fermo. Una scelta non casuale. Nel fermano, e nella vicina provincia di Macerata, ha sede uno dei distretti simbolo dell’Italia che funziona: quello della calzatura – dice il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini – Questo è il distretto delle buone pratiche e, grazie a tanti imprenditori visionari, anche dell’innovazione.
E un distretto che funziona significa lavoro e benessere per il territorio. Ma da qualche anno, questo è uno dei distretti in ansia: la capacità industriale, il fare prodotti belli e unici, fa i conti con un mercato italiano che continua a essere debole e, soprattutto, con un mercato estero sul quale la competizione è feroce».
Che prosegue. «È un vero e proprio miracolo se i livelli di export delle calzature marchigiane si mantengono su livelli appena accettabil. Il riconoscimento da parte del Mise del distretto pelli-calzature fermano-maceratese come area di crisi complessa è stata una bella notizia. È una grande opportunità di riqualificazione e di sviluppo, ma anche una straordinaria occasione per le aziende di lavorare a stretto contatto con il governo, far sentire la propria voce e le proprie necessità.
Ma la Legge 181/89 rischia di tenere fuori le piccole, medie e micro imprese del nostro territorio perché finanzia progetti a partire da un milione di euro: è una cifra consistente, che andrebbe rivista proprio per tenere in considerazione quel 90% di aziende che hanno meno di 15 dipendenti e che hanno bisogno di linee di accesso più leggere, magari anche legate a una fiscalità agevolata, che si intrecci con le zone franche urbane».
«Gli imprenditori hanno bisogno di conoscenza e di risorse per non perdere opportunità. Questo è anche il ruolo della Camera di Commercio delle Marche, unico esempio in Italia di ente camerale a perimetro regionale. Siamo partiti da una riforma nazionale un po’ frettolosa. Mi permetterò di consegnarle infatti un promemoria su quelle che sono da considerare aree di miglioramento, a cominciare dal nostro ruolo all’estero dove le piccole e medie imprese hanno bisogno di un sostegno quotidiano anche fuori dall’Italia e non solo di avere un riferimento istituzionale come è quello che oggi l’Ice garantisce. L’Ice funziona alla grande per chi è già ben strutturato, non per tutte le altre aziende».
Altro tema centrale la ricostruzione post sisma. E la lentezza della ripresa.
«Non l’accettano innanzitutto i cittadini, non l’accettano le imprese. Il mio è un vero e proprio grido di dolore: c’è necessità di un cambio di passo, di arrivare velocemente alle azioni, di occuparsi del terremoto e dei terremoti in modo strutturale – spiega Sabatini – Il terremoto e la ricostruzione non possono essere temi divisi tra le forze politiche, ma l’occasione di fare sistema per trovare proposte che diano risposte certe e veloci ai cittadini e alle imprese. È urgente creare le condizioni perché questi territori si rimettano in moto e i cittadini e le imprese possano tornare a scrivere il loro futuro.
Futuro che si costruisce anche attraverso questi eventi, che consentono un dialogo franco, aperto e costruttivo con qualificati rappresentanti dei ministeri».
L’incontro si è svolto a Villa Lattanzi, a Torre Di Palme.