OSIMO – L’emergenza sanitaria ha provocato un aumento del costo delle materie prime, tra le varie cose, e a pagarne sono imprese e cittadini. Osimo deve considerare un aumento da due a quattro milioni di euro delle risorse impegnate per realizzare la scuola elementare di Campocavallo. La relazione del tecnico incaricato di redigere il progetto definitivo prevede infatti un incremento dei costi dovuto a più concause, tra cui le mutate esigenze didattiche e distributive degli spazi legati alla pandemia, la volontà di migliorare il progetto sotto il profilo della sostenibilità ambientale, i costi di gestione e qualità generale dell’opera ma anche la fase espansiva dell’economia nazionale che produce appunto un significativo aumento dei prezzi dei materiali e dei trasporti.
Preoccupata la Cna. «In un contesto più ampio, questa situazione che Osimo sta riscontrando in realtà la vediamo un po’ dappertutto – dice il segretario della Cna di Ancona sud Andrea Cantori -. Nei lavori pubblici ci sono alcune tipologie di problematiche che stanno aumentando i costi. La prima riguarda i materiali: i bandi spesso sono stati fatti negli anni passati e non hanno tenuto conto del forte aumento delle materie prime che è stato registrato in questa ripresa post pandemica. Per gioco possiamo dire che il ferro è diventato rame e il rame è diventato oro, solo per citare due aumenti che stanno colpendo il settore. L’altro grosso problema è che la ripresa ha assorbito manodopera che oggi è difficile trovare perché l’intervento del superbonus 110 ha praticamente assorbito una serie di ditte e di manodopera e pone quindi in difficoltà diversi cantieri. Scarsità di manodopera dunque».
Nella zona sud di Ancona il settore manifatturiero ad esempio è un settore trainante. Secondo le testimonianze di molte imprese (installatori, alimentare, meccanica), si sta assistendo al paradosso di una ripresa che si fa sempre più forte limitata dall’assenza di manodopera disponibile. «La situazione della scarsità di manodopera è paradossale. Siamo di fronte ad una ripresa senza manodopera. La problematica si era già presentata all’inizio della stagione estiva per il settore turistico ma per la zona Sud la situazione è ancora più incomprensibile. Stiamo parlando di un’occupazione spesso di qualità nel settore produttivo-manifatturiero, con percorsi da apprendisti e operai».
Poi c’è il virus in senso stretto: «Il terzo problema è il Covid, ad Ancona ad esempio diverse squadre sono state messe in quarantena e di conseguenza i lavori sono stati ritardati – continua Cantori -. I bandi poi prevedono delle penali che possono essere naturalmente applicate nel momento in cui ci sono dei ritardi nei lavori, però vanno fatte al collaudo dell’opera e poi spesso vengono pagate dalle fideiussioni che devono essere fatte per quanto concerne i lavori pubblici. Come affrontare tutto questo è un bel problema, è uno degli “effetti collaterali” dell’uscita dal Covid».