MACERATA – I motivi del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari, l’attenzione ai prossimi investimenti sulla sanità, il superbonus 110% per le ristrutturazioni e poi il Made in Italy esportato all’estero e volano per il turismo verso il Paese produttore delle eccellenze italiane. Il ministro agli Affari Esteri Luigi Di Maio ieri sera è stato un fiume in piena. Atteso in piazza Mazzini a Macerata per sostenere le candidature di Gian Mario Mercorelli a governatore delle Marche e di Roberto Cherubini a sindaco di Macerata, è arrivato quasi con un’ora di ritardo ma si è subito rivolto a quanti lo hanno atteso in piazza (circa 300 persone).
Prima di lui a introdurre l’incontro è stato proprio il candidato sindaco Cherubini: «Abbiamo fatto un percorso di condivisione nel partito nel settembre del 2019, cercando di mandare un messaggio diverso. Non la chiamo campagna elettorale, ma campagna informativa, alle 17 abbiamo fatto una conferenza straordinaria alla Confartigianato grazie al vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo, alla presenza di Gian Mario Mercorelli e con la dottoressa Adriana Calì che ho conosciuto a Bruxelles nei tre giorni che solo il M5S offre a tutti i consiglieri italiani per imparare come prendere fondi europei, è una cosa straordinaria. Si passa dall’avere informazioni che deprimono ad avere poi un ottimismo, l’ho trovata una cosa straordinaria. Abbiamo fatto una campagna elettorale diversa, propositiva non di propaganda e l’evento di stasera sarà l’evento finale informativo sul referendum. Questo è stato un anno di informazione, noi di più non potevamo fare».
Dopo il candidato sindaco è stata la volta di Mercorelli: «Ho parlato di associazioni di categoria che tante volte siamo abituati a considerare lobby ma che in realtà sono quasi sempre gruppi di persone estremamente capaci inascoltate, i marchigiani sanno bene di essere scacco della politica da quarant’anni ma non è perché comandi l’uno o l’altro, siamo tutti sotto scacco della politica perché siamo talmente tanto abituati al fatto che ci si chieda qualcosa in cambio che oramai non ci facciamo più caso. E invece questo sistema può cambiare. Lo possiamo cambiare pianificando». E ancora: «Le avete viste le liste a destra e a sinistra? Sono farcite di persone che nella vita hanno fatto solo politica, ma cosa hanno fatto per noi marchigiani? Hanno fatto gli interessi di partito. L’unica forza politica con le mani libere in Italia siamo noi e lo abbiamo dimostrato con tutte le leggi che abbiamo fatto, come la Spazzacorrotti. Con noi chi si candida deve presentare il certificato penale e i carichi pendenti, andate a vedere le fedine penali degli altri e vedete se volete quelli come rappresentanti. Tutte le migliori intenzioni le mettiamo in campo con trasparenza e chiarezza, non fatevi affascinare dai soliti pifferai, sono solo pifferai, alla fine del percorso c’è il burrone».
Poi la parola è passata al vicepresidente del Parlamento europeo, Fabio Massimo Castaldo: «Oggi abbiamo parlato di fondi europei e le cifre che abbiamo denunciato sono state impietose, a fine 2019 si erano spesi nel Fondo europeo di sviluppo regionale gestito dalla Regione Marche, solo il 20% dei fondi e nel fondo sociale europeo solo il 37%, e ancora, nel fondo europeo agricolo e di sviluppo rurale, lì stiamo al 33%. Sono cifre ridicole, imbarazzanti. Sono cifre che vogliono dire che i nostri piccoli imprenditori e gli agricoltori sono stati negati di un loro diritto, perché i fondi europei non sono creati dal nulla, sono fondi che vengono da una percentuale della nostra Iva, che ancora vengono dai dazi e dalle tariffe del mercato comune e sono i fondi che ogni anno l’Italia versa alle casse di Bruxelles per fare parte dell’Unione, quindi uno Stato che versa più di quello che riesce ad attrarre».
Subito dopo è salita sul palco la vicepresidente del Senato della Repubblica, Paola Taverna: «Parlano di noi come se fossimo la distruzione del Paese, il problema dell’Italia. Abbiamo fatto la Spazzacorrotti, il reddito di cittadinanza con cui abbiamo dato dignità a persone che non sapevano come andare avanti, io ne sono fiera, come sono fiera del Codice rosso, della galera per i grandi evasori, del bonus 110%, di aver tolto i 10 euro di ticket, fiera ed orgogliosa di essere Movimento 5 Stelle».
Alle 20 sul palco è salito il ministro Di Maio: «Le elezioni regionali sono le elezioni in cui deciderete a chi mettere in mano le chiavi dei vostri ospedali. Voi pagate le tasse in questa regione, il 95% delle tasse regionali vanno alla sanità. Voi il 20 e il 21 settembre sceglierete a chi mettere in mano la sanità. Mai come in questo momento storico, di una pandemia la sanità avrà tante risorse a disposizione e tante regole che potrà derogare per accelerare i processi di spesa. Quando c’è un’emergenza i soldi vanno spesi tutti bene e subito, per questo avete bisogno di governatori e amministratori integerrimi e Gianni è una persona integerrima che sa amministrare la cosa pubblica come il buon padre di famiglia. Le comunali hanno lo stesso valore».
Poi: «Noi siamo il primo Paese per fondi europei del Recovery Fund a cui sono stati destinati più soldi, ma ora li dobbiamo spendere – ha aggiunto –. Noi possiamo scrivere i progetti a Roma come governo, ma a spenderli saranno i vostri governatori regionali e i vostri sindaci, quindi, siccome questo è il bottino su cui vogliono mettere le mani tutti, 200 miliardi di euro, ed è per questo che a Roma fanno di tutto per buttare giù noi e il governo Conte, siccome questi soldi ci servono per il lavoro, per le imprese, per la sanità e per i trasporti, ovvero per rimettere in moto l’economia, voi il 20 e il 21 settembre avete tra le mani questa scelta, a chi mettere tra le mani la sanità e a chi mettere tra le mani una parte di quei 200 miliardi che andranno sicuramente alle Marche. Scegliete bene, scegliete responsabilmente». Sul referendum il ministro ha confrontato i numeri dei parlamentari con gli altri Paesi: «In Italia ne abbiamo 945 per circa 60 milioni di abitanti, in Germania 700 parlamentari eletti su circa 82 milioni, in Francia 600 su 65 milioni di abitanti, l’Inghilterra 650 su 65 milioni e negli Stati Uniti con le dovute differenze, su 330 milioni di abitanti ne ha 530. Quando voterete Sì e passeremo da 945 a 600 noi stiamo comunicando al mondo che finalmente torniamo alla normalità». Per Di Maio votando Sì non ci sarebbe il rischio di una mancata rappresentatività del territorio, «abbiamo 76 europarlamentari, centinaia di consiglieri regionali, poi ci sono i consigli provinciali, i consigli comunali, i consigli municipali, i consigli di quartiere, i consigli di area vasta, i consigli di città metropolitana, i consigli delle comunità montane che invece di stare in montagna stanno al mare. E io conosco un po’ il fronte del No, c’è Formigoni che sta agli arresti domiciliari che chiede due ore di permesso per andare a fare la campagna del No, ma poi ci sono parlamentari che votano No che hanno il 95% di assenze in parlamento, è gente che non abbiamo mai avuto il piacere di vedere, mai».