FABRIANO – A un mese dalla stipula dell’accordo, Pierpaolo Pullini, responsabile della Fiom per il distretto economico di Fabriano, ha inviato a Elica – multinazionale leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti – la richiesta di incontro per definire gli accordi attuativi delle linee programmatiche condivise nell’accordo del 09 dicembre scorso, arrivato dopo mesi di grande lotta a seguito del piano strategico che prevedeva chiusure, delocalizzazioni e centinaia di esuberi. I principali punti dell’accordo: a partire da marzo, Elica farà ricorso per 24 mesi al contratto di solidarietà, prorogabili per altri 12 mesi, con una riduzione massima dell’orario di lavoro del 25%, riconoscendo peraltro un trattamento di miglior favore sulla maturazione dei ratei degli istituiti salariali indiretti, nonché un ticket pasto giornaliero di 6 euro. In ogni caso c’è l’impegno esplicito che fra tre anni il personale si attesti a 400 dipendenti occupati a tempo pieno. Quanti agli incentivi per le uscite volontarie, l’obiettivo è stato fissato a 150 persone, è prevista un’integrazione alla indennità di naspi per coloro che possono agganciare la pensione durante il relativo periodo di fruizione, mentre per gli altri sono previsti incentivi fino a un massimo di 75.000 euro. La fabbrica di Cerreto D’Esi cesserà l’attività, ma i suoi dipendenti verranno tutti trasferiti a Mergo; inoltre sul sito lasciato da Elica è previsto un piano di reindustrializzazione, che si spera possa offrire opportunità occupazionali ai lavoratori di Elica che volessero approfittarne. La fabbrica di Mergo riceve una nuova missione produttiva, concentrandosi sui modelli di alta gamma, che torneranno o verranno prodotti per la prima volta in Italia, quali ad esempio i piani cottura aspiranti Nikola Tesla o le cappe così dette ceiling.
La dichiarazione
«Un accordo voluto fortemente dalle lavoratrici e dai lavoratori, che ha ribaltato il paradigma con una grande lotta, arrivando alla condivisione di un vero e proprio progetto di politiche industriali che dovrebbe essere preso da modello da chi governa per la risoluzione di altre complicate crisi: il lavoro che torna in Italia dalla Polonia (reshoring), prepensionamenti e possibile staffetta generazionale, sviluppo e valorizzazione delle competenze del territorio, anche nel progetto di reindustrializzazione, ammortizzatore sociale utilizzato esclusivamente per accompagnare il piano industriale, che non penalizzerà economicamente le persone che dovranno esserci poste grazie ad integrazioni salariali e maturazione dei ratei. Un accordo arrivato dopo uno scontro tra due modelli che alla fine sono stati capaci di confrontarsi e di trovare una sintesi, capaci alla fine di mettere al centro il lavoro ed il territorio nell’interesse del Paese tutto», sottolinea Pierpaolo Pullini, responsabile della Fiom per il distretto economico di Fabriano.