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Fabriano, ex Antonio Merloni: proroga di due anni per l’Accordo di Programma di reindustrializzazione

La finalità è duplice: focalizzare meglio gli obiettivi di rilancio dell’area coinvolta dalla crisi del gruppo e avere più tempo per realizzarli attraverso nuovi bandi nazionali e regionali

Fabrizio Cesetti
Fabrizio Cesetti

FABRIANO – Proroga e rimodulazione per l’Accordo di programma per la reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi del gruppo Antonio Merloni di Fabriano. La nuova scadenza è stata posticipata al 18 marzo 2022. La finalità è duplice: focalizzare meglio gli obiettivi di rilancio dell’area e avere più tempo per realizzarli attraverso nuovi bandi nazionali e regionali. A disposizione, 12,6 milioni di euro di residue risorse statali, alle quali si aggiungono circa 1,8 milioni di euro dal bilancio della Regione Marche per politiche attive del lavoro come il sostegno all’autoimprenditorialità e all’occupazione, la formazione e la riqualificazione del personale.
Un consistente piano di rilancio del territorio che interessa ben 56 comuni marchigiani ricompresi in tre province: Ancona, Macerata e Pesaro.

«Una strategia di sostegno più efficace alla filiera dell’elettrodomestico», commenta l’assessore regionale alle Aree di crisi Fabrizio Cesetti annunciando il nuovo atto integrativo tra la Regione Marche, la Regione Umbria e il Ministero dello Sviluppo economico approvato lunedì 22 giugno che disciplina gli interventi di reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi dell’ex contoterzista più grande d’Europa prima dell’inesorabile declino.

«La rimodulazione dell’Accordo, infatti, poggia su una mole significativa di risorse residue statali, pari a 12,6 mln euro, che andranno a sostenere, con un nuovo Avviso della legge 181/89, nuovi investimenti, ampliamenti e diversificazione della produzione», e questo per cercare di trainare fuori dalle secche nelle quali continua a navigare il comparto “del bianco”, anche grazie al fatto che sono state accolte le istanze emerse nella fase di concertazione con le parti sociali e veicolate dalla Regione al Comitato di coordinamento presso il Mise sin dal marzo scorso, per un progetto di riqualificazione complessiva dell’area.

«Nel corso dell’attuazione dell’Accordo di Programma, siglato per la prima volta nel 2010 ma in veste definitiva nel 2015, le misure di cofinanziamento regionale hanno conseguito risultati positivi in termini di investimenti nuovi e su imprese esistenti e di occupazione creata, mentre lo strumento nazionale ha manifestato i propri limiti – spiega Cesetti -. Oggi, anche grazie al lavoro svolto dalla Regione Marche, che è sempre stata tra le amministrazioni capofila nell’interlocuzione con il Mise, si è approdati a una rivisitazione dell’intero impianto per renderlo fruibile anche a imprese di dimensioni più circoscritte: abbassamento della soglia minima di investimento a 1 milione di euro; l’accesso anche alle aggregazioni di imprese; l’ampliamento delle spese ammissibili; la previsione, in sede di valutazione, di criteri premiali per progetti che contemplano un alto livello di digitalizzazione; la flessibilità nella scelta del mix di agevolazione contributo in conto capitale, sono solo alcune delle novità della normativa approvata a fine agosto dello scorso anno dal ministero dello Sviluppo economico, e dettagliata con circolare del gennaio di quest’anno».