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Focolaio in una residenza protetta a Fabriano: oltre 40 positivi e un ricoverato

Se nella prima ondata di Covid-19 l'Asp Vittorio Emanuele II era riuscita a mantenere in sicurezza gli ospiti, ora si presenta una situazione più allarmante. Il presidente Giampaolo Ballelli: «Stiamo monitornando continuamente»

Fabriano
L'ingresso della Residenza protetta Santa Caterina

FABRIANO – Focolaio da Coronavirus all’interno dell’azienda pubblica di Servizio alla Persona Vittorio Emanuele II di Fabriano, esattamente nella residenza protetta di Santa Caterina. Sono oltre 40 ospiti positivi, tutti sintomatici, e un uomo ricoverato in Terapia intensiva in un ospedale Covid della Regione Marche. «Una situazione che stiamo costantemente monitorando», dichiara il presidente Giampaolo Ballelli.

Molta preoccupazione per il cluster che si è sviluppato in questi ultimi giorni all’interno dell’Asp di Fabriano che, grazie alla bravura di tutti, durante la prima ondata della pandemia da Coronavirus, era riuscita a mantenere la sicurezza di tutti gli ospiti, oltre 100 fra le due strutture: la residenza protetta di Santa Caterina, 72 posti letto con un reparto Alzheimer e un nuovo centro diurno per 24 posti e dal 2016 la casa di riposo di San Biagio e Romualdo, 45 posti letto ai quali da un anno si aggiungono 4 mini appartamenti che usufruiscono di tutti i servizi del complesso.

Questa seconda ondata, invece, è arrivata anche all’interno dell’Asp di Fabriano. «Circa due settimane fa è iniziata la normale procedura di vaccinazione anti-influenzale, come ogni anno, con i medici di famiglia. Dopo circa 3-4 giorni, qualche ospite ha avuto qualche linea di febbre. Di solito è normale reazione. Non è scattato subito l’allarme considerando quanto accaduto in passato», racconta Ballelli.

Un ospite non migliorava e per questo si è deciso di sottoporlo al tampone rapido, l’esito è stato positivo. «A questo punto abbiamo chiamato il 118 per l’immediato trasporto in ospedale a Fabriano dove è stato sottoposto al tampone molecolare. Purtroppo, il risultato è stato nuovamente positivo al Covid-19 ed è stato, quindi, ricoverato in una struttura Covid della Regione».

È ovviamente scattato l’allarme per tutti gli ospiti di Santa Caterina. «Abbiamo chiesto all’Asur di procedere a uno screening completo di tutta la struttura. I risultati sono ancora parziali, ma hanno evidenziato la presenza di un focolaio con 41 casi su circa 50 ospiti, ma si stanno aspettando il conteggio finale e, quindi, si potrebbe anche salire. Nessuno è al momento grave, seppur sono tutti sintomatici, hanno qualche linea di febbre ed altri sintomi. Subito li abbiamo posti in isolamento e sono stati interdetti tutti gli spazi di socialità. Si sta procedendo ora anche allo screening sul personale. Già qualcuno di questi si trova in isolamento perché hanno positivi in famiglia o hanno avuto contatti con altri soggetti positivi».

Su come si sia sviluppato questo focolaio, tante le ipotesi, «ma è probabile che qualche soggetto asintomatico sia passato al filtro all’ingresso dove misuriamo la temperatura, si procede all’igienizzazione delle mani e al cambio vestiti se necessario. Da qui ha preso il via il cluster», prosegue Ballelli. Intanto, sono state incrementate le sanificazioni dei locali per cercare di circoscrivere il tutto. «Anche per la casa di Riposo di San Biagio, dove per il momento non ci sono positivi, siamo sul chi vive, rafforzando le misure di sicurezza».

Una situazione emergenziale, dunque, che viene costantemente monitorata e che forse imporrebbe delle contromisure in ambito sanitario. In particolare, la pronta riattivazione dell’area grigia all’interno dell’ospedale Engles Profili, presidio ospedaliero no-Covid, per poter tornare a essere un punto di riferimento per l’area chirurgica e non solo, degli altri nosocomi regionali che saranno costretti a riprogrammare interventi non legati al Coronavirus.