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Cuccioli di capriolo? «Non toccateli», l’appello di Enpa e Wwf

I ritrovamenti di questi animali, così come di daini e cervi, sono abbastanza frequenti da inizio maggio a giugno. È questo infatti il periodo delle nascite e la stagione in cui cresce il numero di escursionisti che frequentano boschi e radure. Gli esperti spiegano cosa fare in questi casi

FABRIANO – «Se trovate un cucciolo di capriolo non toccatelo, non accarezzatelo e non raccoglietelo mai». È l’appello lanciato da Laura Gozzi, una delle responsabili dell’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, di Fabriano. Il 19 maggio un 50enne escursionista fabrianese mentre passeggiava lungo un sentiero della frazione San Silvestro, ha notato un cucciolo nato da poco più di una settimana in mezzo alla strada che dall’omonimo Eremo scende verso Fabriano.

Il cucciolo di capriolo trovato dall’escursionista fabrianese

Vedendolo solo e in quella situazione, ha pensato di soccorrerlo e di portarlo dal veterinario credendo che avesse le gambe rotte. I ritrovamenti di questi animali, così come di daini e cervi, sono abbastanza frequenti da inizio maggio a giugno. È questo infatti il periodo delle nascite e la stagione in cui cresce il numero di escursionisti che frequentano boschi e radure.

«Questi animali possono essere nascosti dalla madre tra l’erba alta e la vegetazione fitta per proteggerli dai predatori, per poi andarli ad allattare di notte – spiega Laura Gozzi -. È proprio per questa ragione che non vanno mai toccati, né accarezzati e neanche raccolti».
«Apparentemente possono sembrare abbandonati, ma così non è, e basta una sola carezza ad imprimere l’odore umano al cucciolo che poi non sarà più riconosciuto dalla madre che non lo allatterà più. Così il cucciolo sarà destinato a morte certa – sottolinea -. Se il cucciolo sembra ferito o in difficoltà, prima di toccarlo si consiglia di rivolgersi alle autorità locali che provvederanno a dare tutte le informazioni per la salvaguardia dei cuccioli».

Diverso è il caso se i cuccioli di capriolo, daino o cervo vengono ritrovati a bordo strada o in condizioni di palese pericolo, se ferito da attrezzi agricoli. «In queste situazioni occorre contattare il Centro Recupero Animali Selvatici della propria zona», spiega il delegato regionale del Wwf, Jacopo Angelini. Sono decine i recuperi di questi cuccioli compiuti dal Cras di Pesaro Urbino su segnalazione.

Nel caso specifico del cucciolo ritrovato a Fabriano, Laura Gozzi spiega che in questi casi è opportuno chiamare il Corpo Forestale. Dal momento che il capriolo in questione non era ferito, era possibile metterlo in mezzo all’erba alta coprendo le mani con dei guanti per evitare di lasciare l’odore umano sul corpo del cucciolo, precisa la volontaria. Un’altra strategia utile è anche quella di «sporcarsi le mani con terra o fango prima di toccare l’animale, oppure mettere dell’erba tra le mani», in questo modo il capriolo può essere riportato in mezzo alla natura, dove la madre può ritrovarlo e allattarlo. Per quanto riguarda il cucciolo fabrianese «siamo riusciti a reinserirlo in natura e a farlo riprendere dalla madre – spiega Laura Gozzi – ma è un evento assai raro che la storia si concluda con un lieto fine come in questo caso».

Il cucciolo trovato a Fabriano

Intanto la Regione Marche ha attivato un bando per istituire un centro di raccolta animali selvatici regionale.

«Attualmente, infatti, c’è solo quello di Pesaro Urbino che fa capo alla provincia, mentre sulle altre zone della regione ci sono solo centri gestiti dai volontari delle associazioni di tutela animale, come a Fabriano dove è gestito dal Wwf – spiega Jacopo Angelini -. Speriamo che la Regione risolva al più presto questa situazione».

 

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