FABRIANO – Volano gli stracci fra il coordinatore della sezione della Lega di Fabriano, Fabio Bernacconi, e il gruppo dei quattro – Ombretta Belardinelli, Danilo Silvi, Sergio Baldrati e Fabio Falsetti – che ha lasciato il direttivo leghista non condividendo alcune scelte promosse dal Provinciale, per poi accasarsi in pochi giorni, nel circolo di Fratelli d’Italia.
«La Lega saluta e guarda avanti, rilanciando su Fabriano. Il coordinamento cittadino, apertosi ad energie nuove provenienti da ogni settore della vita fabrianese, è da tempo al lavoro su temi che toccano problematiche e sensibilità diverse nell’ottica della sintesi operativa. Auguriamo buona fortuna a chi ha preferito anteporre il proprio orticello al bene della città», scrive il coordinatore della Lega Fabriano, Fabio Bernacconi, commentando l’uscita dal direttivo cittadino di quattro dei suoi componenti. «Questa idea personalistica della politica non appartiene al solido progetto che abbiamo avviato con il coordinamento cittadino. Non ha nulla in comune con la Lega chi pensa che il gioco di squadra frutto del confronto costruttivo sulle idee equivalga a imposizione dirigistica. Per noi la coerenza si esprime con visione, impegno e spirito di squadra profusi, pietre miliari della buona politica per il territorio. Il resto è solo personalismo e incapacità di costruire», conclude Bernacconi.
A stretto giro di posta, la replica di Belardinelli, Silvi, Baldrati e Falsetti. «Caro Fabio Bernacconi gli orticelli, anzi l’orticello è il bene più prezioso che l’uomo ha sempre avuto. Ma devi anche sapere, o dovresti sapere, che l’orticello dove tu stai oggi, noi lo abbiamo costruito con grande impegno e passione in cinque lunghi anni e quando scrivi che state lavorando da molto tempo sui progetti, ti ricordiamo che proprio noi quei progetti li abbiamo avviati e costruiti. Non sappiamo se li lasciamo in buone mani, siamo confidenti, ma permettici di esserne perplessi. Noi per la città ci siamo sempre stati e continueremo a starci per senso di responsabilità e permettici di dire, coerenza. Si coerenza che è ben più profonda della sola visione e impegno, perché soltanto se c’è autonomia della politica, c’è anche un orizzonte progettuale nel quale proiettarsi, e nel quale valutare la coerenza. Buon lavoro a te e buon lavoro a noi, c’è troppo da fare per perdersi in fatti personali», concludono.