FABRIANO – Alzi la mano chi, almeno una volta, non ha fatto colazione al Caffè Storelli di Fabriano. O che non sia rimasto incantato davanti alle vetrine addobbate ad arte a seconda delle varie ricorrenze che si susseguono durante ciascun anno.
Centrotrenta anni di storia e non sentirli. Cinque generazioni, ma forse anche più, con al ponte di comando, ora, Gastone Stelluti e sua moglie Carla. Il pubblico esercizio per eccellenza della città di Fabriano, che ne incarna la storia e le tradizioni.
«Il primo documento ufficiale risale al 1888 e si legge che Carlo Storelli inaugurò la sua attività in questa via che oggi è conosciuta come corso della Repubblica 55», racconta Gastone Stelluti. Dunque, non ci si è mai spostati lungo tutto questo tempo. «Carlo era lo zio di mio nonno, Antonio Storelli. Nel 1750 c’era già traccia di uno Storelli attivo nell’ambito del commercio a Fabriano, ma effettivamente non si sa bene cosa facesse, forse un’osteria, ma non ne siamo certi. Quindi, diamo per buona l’inizio della nostra attività di famiglia di caffetteria, gelateria e articoli da regalo, per il 1888».
Carlo Storelli ha lasciato l’attività al nipote, Antonio, intorno al 1920. Alla fine di questo decennio, la prima svolta importante portata avanti dalla seconda generazione.
«Mio nonno insieme all’architetto Giulio Meloni – un vero e proprio genio per l’epoca che ha realizzato in città la Torretta di viale Zonghi, Palazzo Casella, solo per citare alcuni esempi – ha deciso di ristrutturare non solo il locale, ma l’intero palazzo. Quest’ultimo passa da due a tre piani e la facciata è totalmente rifatta. Alla fine dei lavori, la facciata rappresenta un’enorme tavoletta di cioccolata, con le finestre e le tre porte del Caffè che suddividono il tutto, idealmente, in quadratini di cioccolato». Da grande imprenditore, ma anche apprezzato musicista vista la sua passione per il violino, Antonio Storelli ha deciso di allargare il proprio business commissionando, su suo disegno e progetto, la realizzazione dello Chalet dei Giardini pubblici di Fabriano, chiamato appunto Chalet Storelli. «Lo stile liberty dell’epoca ha consentito che si realizzasse una struttura nuova e che, quindi, attirasse l’attenzione di tutti. Mio nonno era instancabile, non stava mai fermo. Caffè, Chalet e prove dell’orchestrina del Teatro Gentile nella sua abitazione», racconta Gastone.
Lo Chalet Storelli è diventato subito un punto di riferimento per le famiglie ed è arrivato a dare lavoro fino a dieci persone, un vero e proprio successo. «Un’attività, per quei tempi, fra le maggiori a Fabriano dal punto di vista occupazionale».
Alla morte di Antonio, a succedergli – così come indicato nel testamento – è stata la figlia Filomena, che ha gestito il caffè dal 1943 al 1947, terza generazione. «Era stata indicata mia zia, perché mio padre, Emiliano Stelluti, aveva già un lavoro molto ben avviato. Era, infatti, un artigiano calzolaio, realizzava scarpe fatte a mano. Nel 1947, dopo qualche mese di chiusura per via della Seconda Guerra Mondiale, mia mamma Ida Storelli, quarta generazione, ha preso la gestione del Caffè lasciata da zia per motivi familiari».
Il locale ha, quindi, subito una seconda ristrutturazione. «Mia madre ha rinnovato le porte e i tavoli, entrambi di legno pregiato. In più ha acquistato la macchina del caffè elettrica per fare un buon espresso».
La gentilezza e i prodotti di qualità erano rinomati non solo a Fabriano, ma in tutto il comprensorio. Gli affari procedevano a gonfie vele e si decise per un terzo restyling. «Mia madre ha deciso di cambiare il pavimento e, per quel che riguarda le attrezzature, acquistare un banco in acciaio funzionale e moderno, realizzare le vetrine pasticcere refrigerate e ammodernare il reparto di gelateria».
Dal 1969, la quinta generazione di Storelli ha proseguito gli affari di famiglia. «Io e mia moglie Carla siamo stati felicissimi di essere protagonisti di questa storia familiare e lavorativa. Negli anni ’70 e poi, di nuovo, nella seconda metà degli anni ‘80, abbiamo continuato nell’opera di ammodernamento dei locali, con una terza e una quarta ristrutturazione. Dal 1988, in occasione del traguardo dei cento anni, la fisionomia del locale non è più cambiata. Abbiamo continuato a essere una caffetteria, gelateria, bomboniere e confezioni regalo, così come era indicato nel documento del 1888». Con una piccola aggiunta, avvenuta nel periodo natalizio del 2015, con la vendita di cialde e capsule per tutte le tipologie di macchinette per caffè.
In una storia così lunga, non possono mancare gli aneddoti. «Mio nonno Antonio si è sempre ingegnato, in qualsiasi cosa. Si preparavano ottimi caffè, in assenza di energia elettrica, con una macchina a vapore, riscaldando l’acqua con un fornello a carbone. Per il gelato, invece, le miscele erano contenute in recipienti di rame stagnato che venivano amalgamati con un sistema di mescoli movimentati a mano. Per dar vita alla consistenza, il raffreddamento era ottenuto con neve ghiacciata conservata nelle naviere. Tutte queste operazioni venivano effettuate in un locale che si trovava sotto il campanile di San Venanzo. Una volta ottenuto il prodotto, posizionava il gelato nelle sorbettiere sui carrettini, ne aveva tre, e andava nei luoghi della città dove si svolgevano le fiere e lo vendeva», racconta Gastone.
Il Caffè Storelli è stato testimone, grazie ai suoi prodotti, in particolare i confetti, di tutti i matrimoni delle famiglie più facoltose di Fabriano, a partire da quelli celebrati nella famiglia Miliani. «Antonio andava a Perugia per rifornirsi di confetti dalla Luisa Spagnoli, l’azienda poi diventata famosissima nel campo dell’abbigliamento. Antonio è stato incaricato del catering in occasione della venuta a Fabriano del principe Umberto. Ha gestito il buffet del Teatro Gentile per anni».
Anche Gastone è in pratica vissuto all’interno del Caffè. «A 5 anni mettevo a posto le bottiglie, ho sempre lavorato qui. Per me non è mai stato un lavoro faticoso. Ho sempre apprezzato il contatto con la gente. Per me non sono clienti, ma amici che mi vengono a trovare. Anche quando ho servito il caffè ad attori del calibro di Nino Manfredi, Sabrina Ferilli, Bianca Guaccero, Elena Sofia Ricci e tante altre star che hanno recitato sul palcoscenico del Teatro Gentile e di cui fatico, onestamente, a ricordare il nome, ho un gran bel ricordo. Soprattutto di Renzo Arbore che davanti a me ha telefonato a Marisa Laurito. Quest’ultima voleva ringraziarmi perché Arbore gli aveva regalato alcuni addobbi natalizi acquistati nel mio locale. È un ricordo molto piacevole».