FABRIANO – Dal primo novembre l’ambulatorio di Diabetologia dell’ospedale Engles Profili di Fabriano potrebbe essere chiuso. Questo l’ennesimo grido di allarme che lancia il sindaco, Gabriele Santarelli, in direzione della dirigenza dell’Area Vasta n. 2.
«Nei giorni scorsi è scaduta la graduatoria presente in Area Vasta 4 e che avrebbe potuto consentire di avere un diabetologo per l’ambulatorio di Fabriano. Già da diversi mesi ho sottoposto la questione ai dirigenti dell’Area Vasta n. 2 e nonostante le rassicurazioni, niente si è mosso. Agli operatori si chiedono sacrifici dichiarando che le emergenze saranno temporanee e che sono pronte delle soluzioni, ma poi l’emergenza si trasforma puntualmente in normalità e il carico delle carenze di personale si scaricano sulle spalle dei professionisti», il j’accuse del primo cittadino di Fabriano.
«Se niente verrà fatto, dal primo novembre non avremo più un ambulatorio diabetologico a Fabriano con tutto quanto ne consegue a livello di disservizi e disagi per una fascia di popolazione molto numerosa. La Regione Marche ha annunciato ormai diverse settimane fa che fino a fine anno sono state bloccate le assunzioni per carenza di fondi. Rimanere tre mesi senza assunzioni in una struttura complessa come quella della sanità appare come un comportamento delittuoso che richiede precise assunzioni di responsabilità da parte di tutta la struttura amministrativa e dirigenziale, una ammissione di incapacità gestionale e dovuti atti conseguenti».
Il sindaco di Fabriano, nel frattempo, è deciso ad agire, senza indugio. «È necessario che il territorio dell’entroterra marchigiano si mostri coeso su queste tematiche e per questo, facendo seguito ai risultati del Consiglio comunale aperto, ho convocato i colleghi sindaci potenzialmente coinvolti nell’istituzione dell’Area Vasta Montana per il giorno 5 novembre».
Il proposito primario, dunque, è quello di andare avanti per richiedere l’istituzione di una specifica Area Vasta Montana che possa tenere presenti le specificità di un territorio che appare, spesso e volentieri, dimenticato dalle Istituzioni centrali regionali.