FABRIANO – Confermate tutte le tariffe e le location per la celebrazione dei matrimoni a Fabriano. Aperte anche alla celebrazione delle Unioni civili. Anche se, a oggi, non sono pervenute richieste.
Con l’approvazione del bilancio di previsione del comune di Fabriano sono state decise e confermate rispetto allo scorso anno, anche tutte le aliquote comunali per quel che riguarda le tasse e tutte le tariffe dai servizi a domanda individuale e non. Fra queste anche quelle relative alla celebrazioni dei matrimoni civili.
Per quel che riguarda le location: la sala consiliare di Palazzo Chiavelli, gratuito se uno degli sposi risiede a Fabriano, altrimenti si paga da un minimo di 200 ad un massimo di 570 euro se ci si sposa il sabato dalle 15 alle 18 o la domenica dalle 10 alle 12:30 (sposi entrambi non residenti); Oratorio della Carità, Giardini del Poio, Museo della Carta e della Filigrana: si paga 300 euro nei giorni di apertura degli uffici comunali se uno degli sposi è residente, altrimenti da un minimo di 450 a un massimo di 850 se ci si sposa il sabato dalle 15 alle 18 o la domenica dalle 10 alle 12:30, nel caso in entrambi gli sposi non siano residenti in città. La novità, dunque, è costituito dal fatto che – a seguito dell’approvazione della Legge sulle Unioni civili – la possibilità di usufruire di questi siti è aperto anche alle coppie dello stesso sesso che vogliono unirsi civilmente in matrimonio. Al momento, nessuna richiesta. In compenso, però, è stata iscritta nei registri comunali la prima convivenza di fatto. Si tratta di due donne.
Ad onor del vero, per via del terremoto, non si potrà pronunciare il fatidico “si” nella sala consiliare inagibile. E neppure ai Giardini del Poio che sono interessati da una serie di lavori per la realizzazione di un tunnel. Da evidenziare, infine, che il 2016 ha segnato il sorpasso – per la prima volta – dei matrimoni civili rispetto a quelli religiosi. Lo scorso anno, infatti, si è chiuso con 64 celebrazioni totali, di cui 34 civili e 30 religiose. Solo nel 2015, il trend era esattamente all’opposto, 73 celebrazioni complessive di cui 45 religiose e solo 28 civili.