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Fabriano: dodici rientri parziali alla Tecnowind. Da oggi operativo il nuovo accordo sindacale in Elica

Fino al 19 marzo, 12 persone, esclusivamente i responsabili di funzione, saranno richiamati al lavoro a tempo determinato e parziale, a disposizione esclusivamente del curatore fallimentare, Simona Romagnoli

I lavoratori della Tecnowind riuniti in assemblea
I lavoratori della Tecnowind riuniti in assemblea

FABRIANO – Dodici dipendenti della Tecnowind di Fabriano richiamati al lavoro per coadiuvare il lavoro del curatore fallimentare. Da oggi, primo marzo, operativo l’accordo sottoscritto dai sindacati con Elica, e ratificato attraverso un referendum fra i lavoratori.

In attesa degli esiti del bando per l’affitto della Tecnowind – azienda di Fabriano dichiarata fallita con 247 lavoratori che sono stati costretti ad accettare il licenziamento collettivo per poter così accedere celermente alla Naspi – in scadenza il prossimo 16 marzo, il giudice del tribunale, su richiesta del curatore fallimentare, ha richiesto la riattivazione delle funzioni vitali dell’azienda. Questo comporta che fino al 19 marzo, 12 persone, esclusivamente i responsabili di funzione, saranno richiamati al lavoro a tempo determinato e parziale, a disposizione esclusivamente del curatore fallimentare, Simona Romagnoli. Alcune figure amministrative saranno utilizzate per l’inventario relativo al fallimento, altre saranno sempre a disposizione della curatrice per controllo distinte e ufficio acquisti. Tutto questo serve per permettere la gestione sia del fallimento che per favorire la buona riuscita del bando.

In attesa di ciò, in Elica – multinazionale di Fabriano leader nel settore delle cappe aspiranti – da oggi, primo marzo, è ufficialmente divenuto operativo l’accordo sottoscritto nel settembre del 2017. I sindacati, nelle scorse settimane, hanno effettuato le assemblee con i lavoratori per ricordare i termini dell’intesa, ratificata – con il voto favorevole – da oltre l’80 per cento dei dipendenti.

Sacrifici, ma anche prospettive per il prossimo futuro. Questi i tratti distintivi dell’accordo che vede gli esuberi di personale attestarsi nell’ordine delle 30 unità. L’uscita volontaria dal proprio posto di lavoro sarà incentivata, per i primi mesi, con 42mila euro. L’orario di lavoro sarà di sei ore, rispetto alle canoniche otto, per circa 470 tute blu del Gruppo. Lavorare meno, per lavorare tutti.

«L’orario di lavoro è stato il vero nodo da sciogliere, sia per la riduzione salariale che colpisce i lavoratori, sia per l’aspetto di regolamentazione di eventuali forme di flessibilità che andranno a sostituire l’ammortizzatore sociale nella gestione dell’organizzazione del lavoro. Con questo accordo si è cercato di colmare il più possibile la perdita della quota salariale che deriva dalla mancanza di ammortizzatori sociali, nello specifico i contratti di solidarietà, e di rendere il più oneroso possibile per l’azienda l’utilizzo di eventuali forme di flessibilità, a cui può capitare di dover ricorrere non per mancanza di commesse o per ordini improvvisi, ma solo per sopperire a disorganizzazione interna», le dichiarazioni delle parti sociali.