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Festa del Patrono, l’invito del vescovo Massara: «Fabriano torna a sperare»

L'Amministratore Apostolico, durante l'omelia, ha ringraziato tutti coloro che si sono dati da fare durante la fase acuta della pandemia. Grande successo per l'infiorata artistica realizzata dai maestri della quattro Porte cittadine

L'infiorata artistica

FABRIANO – Nonostante le norme per il distanziamento sociale, la città di Fabriano non ha rinunciato a festeggiare San Giovanni Battista, Patrono della città. Festeggiamenti religiosi e laici, con un forte invito alla “speranza” che è risuonato nella cattedrale di San Venanzio durante l’omelia dell’Amministratore Apostolico della diocesi di Fabriano-Matelica, nonché vescovo della diocesi di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Massara. Molto apprezzato, e non poteva essere diversamente, l’ennesimo capolavoro dei maestri infioratori delle quattro Porte cittadine del Palio.

È mancata solo la tensione per la Sfida del Maglio, ma per il resto c’è stata tutta la grande attenzione degli organizzatori del Palio di San Giovanni Battista nel ricreare le atmosfere medievali che questa manifestazione da 25 anni trasmette ai fabrianesi e non solo. Per le competizioni fra le quattro Porte bisognerà attendere il Palio 2021, l’edizione XXVI annullata quest’anno a causa della pandemia da Covid-19.

Durante l’omelia, il vescovo mons. Francesco Massara ha posto l’accento sull’essere tutti noi “profeti”, come San Giovanni Battista, e in virtù del nostro Battesimo. Poi, il forte invito alla speranza. «Credo pertanto, che le parole di San Giovanni, ultimo tra i profeti e primo tra i testimoni di Cristo, oggi potrebbero essere queste: «Fabriano torna a Sperare!». La nostra città è oggi così tanto colpita da ben più gravi crisi e pandemie: pensiamo alla perdita di occupazione e all’allontanamento dei giovani; alla povertà e sofferenza fisica e psichica, così diffuse; all’incertezza del futuro e alle incomprensioni nelle relazioni. Questa nostra città deve riaprirsi alla Speranza, al desiderio di ripartire, alla capacità di suscitare forme nuove e originali di rilancio e di credere nuovamente in sé stessa. Deve riscoprire la fede in Dio, la fiducia nella Chiesa, gettare semi di Gioia per i nostri giovani che tanto amano questa terra e che tanto amano questa Chiesa. Il testamento di Giovanni – che noi dobbiamo continuare a testimoniare – è proprio questo: diffondere, offrire ai nostri figli il coraggio di osare per il Signore. Desidero, ancora, in questa bella occasione, ringraziare quanti, durante le giornate cupe e tristi della pandemia, hanno saputo dare speranza e conforto, senza chiudersi in sé, ma aprendosi maggiormente agli altri. Ringrazio chi si è preso cura dei poveri, della gente sola, dei malati e degli anziani, chi ha sostenuto i giovani e i bambini portando gesti concreti dal sapore evangelico», le forti parole di mons. Massara.

Il Vescovo Mons. Francesco Massara

Dopo la Santa Messa solenne, tutti ad ammirare l’infiorata artistica realizzata dai maestri della quattro Porte cittadine: Borgo, Cervara, Piano e Pisana. Dalle 8 di questa mattina sono stati al lavoro per riprodurre, in un tappeto floreale, il volto di San Giovanni Battista, tratto da uno stendardo ligneo bifacciale, eseguito dal Maestro di Staffolo nel 1450 circa. Il dipinto, conservato oggi al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, a Roma, originariamente era destinato al complesso di Santa Maria della Misericordia, di Fabriano. L’opera che su un lato presenta le figure dei santi Giovanni Battista e Sebastiano, e nell’altro la Madonna della Misericordia, molto probabilmente fu commissionata all’artista in occasione della visita di Papa Niccolò V, a Fabriano, in seguito al grave episodio della peste che flagellò la città marchigiana intorno alla metà del XV secolo.