FABRIANO – Un’attenta e approfondita valutazione sul futuro della produzione carte valori e degli investimenti. Garanzie occupazionali per tutti gli stabilimenti marchigiani.
Queste le due richieste con le quali i sindacati di categoria e le Rsu degli stabilimenti marchigiani del Gruppo Fedrigoni – Fabriano, Pioraco e Castelraimondo – si presenteranno al tavolo convocato a Verona per il 24 luglio prossimo per discutere il Piano industriale. Ad attenderli ci sarà l’Amministratore delegato, Marco Nespolo.
Si definiscono «molto preoccupati» i rappresentanti sindacali dei tre stabilimenti del gruppo Fedrigoni che, nella giornata di oggi, 19 luglio, hanno promosso un incontro al quale erano presenti anche esponenti delle parti sociali delle strutture territoriali, confederali e di categoria di Uil, Cgil e Cisl.
«Abbiamo garanzie di lavoro, per l’area Valori, solo fino a fine dicembre di quest’anno, produzione effettuata a Vetralla. Stessa incertezza che persiste nell’area maceratese sul futuro industriale dei due stabilimenti a oggi ancora in attesa di definizione, Pioraco e Castelraimondo», scrivono in una nota unitaria.
Nei giorni scorsi, esattamente il 28 giugno e il primo luglio, si sono svolte due assemblee dei lavoratori, «dalle quali è scaturita con forza da parte di tutti la volontà di ottenere delle risposte chiare sul futuro occupazionale. Nell’incontro del 24 luglio chiederemo di avere un quadro d’insieme del futuro produttivo in attesa della presentazione a breve termine del piano industriale».
Il pacchetto di maggioranza del Gruppo Fedrigoni è stato acquistato da oltre un anno dal fondo di investimento americano Bain Capital e, lamentano le parti sociali, «non sono mai state esplicitate le intenzioni produttive relative ai vari siti. I problemi non riguardano solamente il settore “area Valori” dello stabilimento di Fabriano, «ma anche gli altri siti produttivi marchigiani sono in difficoltà, a partire dal non utilizzo di macchinari acquistati e non messi in funzione nello stabilimento di Pioraco, lo spostamento di personale da uno stabilimento all’altro, il mancato rinnovo di circa 40 lavoratori a tempo determinato scaduti nei giorni scorsi, per complessivi 100 lavoratori a tempo determinato non rinnovati».
Tutto ciò «rischia di trasformarsi in una bomba a orologeria in un territorio devastato a seguito della crisi economica industriale e dal terremoto del 2016», concludono i rappresentanti sindacali che, quindi, si attendono risposte precise nell’incontro del 24 luglio prossimo a partire dalla presentazione del Piano industriale di Gruppo, «ormai non più rinviabile».