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Fabriano: il “mea culpa” del sindaco Santarelli, dimissioni o solo una multa?

Diventa un caso politico la partecipazione del primo cittadino a una grigliata pre-natalizia, non tanto per alcune positività, ma perché è venuto meno il divieto di assembramento. Ecco i fatti

Il sindaco di Fabriano
Il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli

FABRIANO – Il “mea culpa” del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, sulla sua partecipazione a una grigliata di Natale che si è tenuta al Foro Boario il 22 dicembre scorso, locale comunale per rimessa mezzi. A questo convivio hanno partecipato alcune decine di persone, fra i quali anche il primo cittadino che ha ammesso di averlo fatto, seppur per breve tempo. Pochi giorni dopo, lo stesso Santarelli ha annunciato di essere positivo al coronavirus e di non saper proprio come averlo preso «visto che ho sempre rispettato le regole», come scritto in un post. Oltre al sindaco, ci sarebbero almeno altri sette dipendenti comunali positivi, ma non è detto che tutti questi abbiano partecipato all’assembramento.

Infatti, il punto dolente non è affatto questo o i numeri dei positivi che possano determinare il giusto utilizzo della parola “focolaio” o meno. Niente di più sbagliato. La vera problematica è legata alla credibilità politica del primo cittadino di Fabriano che è stata messa sicuramente a dura prova. E questo lo si evince chiaramente dai toni utilizzati dallo stesso primo cittadino non appena la polemica è cresciuta. Prima un post in cui ha scritto di «strumentalizzazione politica» della vicenda, attaccando il giornalista de Il Resto del Carlino che ha pubblicato la notizia e i “mandanti” politici, apostrofandoli con duri epiteti. Quindi, ha pubblicato il testo di un messaggio che lo stesso giornalista gli aveva privatamente inviato e con il quale gli chiedeva, con toni perentori, scuse pubbliche da parte del sindaco per l’attacco ricevuto.

In ultimo, il “mea culpa” per cercare di uscire da una situazione molto delicata, politicamente parlando. Ha letto come la stragrande maggioranza dei commenti, ai suoi post, da parte di cittadini siano stati fortemente critici su diversi punti, primo fra tutti aver avallato un assembramento. Commenti che, quasi tutti, si concludono invocando le dimissioni dalla carica. Santarelli ha di nuovo postato. «Avete ragione tutti e quindi specifico. C’è un fatto: la famigerata sbraciolata che è stato un errore colossale. Avrei dovuto non partecipare o meglio proibirne l’organizzazione quando mi hanno coinvolto. Non l’ho fatto e giustamente ora ne pago il prezzo. Chiedo scusa a tutti per questo che è stato un comportamento irresponsabile da parte mia che invece dovrei sempre dare il buon esempio. Ho chiaramente fatto una ca***ta. Poi c’è la notizia con cui si è voluto artificiosamente e strumentalmente legare questo episodio a un focolaio che non esiste. Questa seconda parte continuo a ritenerla indegna. Per il resto, fossi nei vostri panni, probabilmente avrei reagito allo stesso modo».

In primis, il sindaco Santarelli fa autocritica su tutto. Secondo: continua però a dare eccessiva importanza all’associazione sbraciolata-focolaio. Terzo, probabilmente il vero nodo politico, se ha giustificato la reazione dei cittadini che concludevano, la stragrande maggioranza dei commenti, con la richiesta di dimissioni, probabilmente quella delle dimissioni diventa una strada da valutare. 

E se anche non dovessero arrivare, la situazione che si è creata ha messo sicuramente a dura prova la sua credibilità di primo cittadino mettendo forse anche in discussione un ipotetico rinnovo del mandato previsto per la primavera del 2022.

Le opposizioni, sicuramente, faranno di tutto perché questo episodio non sia dimenticato. Senza considerare che confermando il tutto, ci si aspetta come minimo che tutti i partecipanti all’assembramento siano sanzionati.

E, allora, che fare? La prima ipotesi invocata da molti cittadini è quella delle dimissioni. In subordine, restare ancorato alla sua carica, continuando a scusarsi e accettando che, sempre e comunque, l’argomento sia tirato fuori qualsiasi iniziativa venga posta in essere in questi ultimi 18 mesi di mandato. Terza ipotesi, che venga di fatto sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, magari per consiglieri e/o assessori che abbiano interesse a proseguire nella loro carriera politica.