FABRIANO – Riconsegnata la Stella al merito del lavoro a Urbano Urbani, titolare della AirForce, azienda produttrice di cappe aspiranti e piani cottura a Fabriano. Il riconoscimento gli era stato rubato due anni fa durante un furto subito nella sua abitazione. «Abbiamo letto le dichiarazioni di Urbano a seguito del furto e del suo profondo dispiacere e, quindi, abbiamo pensato di fare il possibile per acquistarne una nuova e riconsegnargliela», hanno dichiarato il Console regionale emerito Iridio Mazzucchelli e l’attuale Console regionale della Federazione Maestri del lavoro d’Italia, Luciano Orlandini. Molto commosso il noto imprenditore fabrianese.
Questa mattina, venerdì 7 giugno, alcuni componenti della Federazione dei Maestri del lavoro d’Italia sezione delle Marche si sono ritrovati nella sede del museo della Vaporiera a Fabriano per una riunione tesa a tre motivi. «Il primo è relativo alla scelta del coordinamento di zona che ha portato alla riconferma di Giancarlo Bonafoni, coadiuvato da Giuseppe Corneli nella qualità di vice coordinatore», spiegano Orlandini e Mazzucchelli.
Il secondo, invece, ha visto protagonista il titolare della AirForce, Urbano Urbano. Quest’ultimo due anni fa ha subito un furto nella propria abitazione. «E fra le tante cose che mi hanno rubato – racconta – i malviventi si sono portati via anche la Stella al merito del lavoro che mi era stata consegnata negli anni precedenti. Posso confessarvi che è stato ciò che mi ha fatto più soffrire».
La notizia del furto a casa Urbani aveva avuto una certa risonanza anche sugli organi di informazione. «Abbiamo letto quanto accaduto e subito ci siamo dati da fare per porre rimedio per quello che potevamo», specificano Orlandini e Mazzucchelli. «Il dispiacere di Urbano per il valore morale del riconoscimento ha spinto il Consolato regionale ad acquistarne un altro e oggi siamo qui per riconsegnarlo».
Commosso l’imprenditore di Fabriano. «Sono molto felice di questa scelta. I ladri avevano pensato di chissà quale valore avesse ed avevano ragione perché non aveva un grande valore economico, ma per me aveva un inestimabile valore affettivo. Un segno del riconoscimento di tutto ciò che ho fatto nella mia carriera lavorativa. Vi ringrazio di cuore».