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Fabriano: in tanti ai funerali di Antonio Merloni

«Un grande grazie a tutti coloro che con un messaggio o una telefonata ci sono stati vicini». Con queste parole Giovanna, figlia di Antonio Merloni, ha voluto ringraziare i presenti

I funerali di Antonio Merloni

FABRIANO – «Un grande grazie a tutti coloro che con un messaggio o una telefonata ci sono stati vicini». Con queste parole Giovanna, figlia di Antonio Merloni, ha voluto ringraziare i presenti e tutte le persone che da domenica mattina hanno espresso sentimenti di vicinanza a lei e alla sua famiglia per la scomparsa del padre, il noto imprenditore deceduto nella notte di sabato 12 dicembre a 93 anni.

I funerali, officiati dal vescovo della diocesi di Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara, insieme ad altri sette sacerdoti, si sono svolti questa mattina, 15 dicembre, all’interno della chiesa della Misericordia. In tanti avrebbero voluto partecipare alle esequie, anche dalla vicina Umbria, ma le stringenti normative anti diffusione della pandemia da coronavirus, hanno limitato gli accessi alla chiesa che, comunque, era gremita per quanto possibile.

Nelle prime file la figlia Giovanna, i nipoti, il fratello Francesco. La famiglia al completo. Presenti anche il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, l’ex governatore Gian Mario Spacca e i rappresentanti delle forze dell’ordine, oltre a tanti operai della ex Ardo. A pronunciare l’omelia il parroco della chiesa Madonna della Misericordia, don Umberto Rotili, per evidenziare un lato umano e cristiano di Antonio.

L’arrivo del feretro

«Antonio è stato un parrocchiano, fino all’ultimo. Il suo posto era la terza-quarta fila dal fondo: tutti i sabati sera, con la moglie, era seduto laggiù. Con Cecilia, sempre insieme. Quando lei è morta, l’anno scorso, è stata dura per lui riprendersi. Avevano un legame specialissimo. Antonio è stato sempre attento ai poveri, si è fatto vicino a tante situazioni nascoste. Non ha mai rinunciato a far sentire la sua presenza. Mi piace che possa essere ricordato non solo per le grandi cose industriali e politiche che ha fatto, ma anche perché era un parrocchiano vero. Davanti a personaggi importanti siamo abituati a guardare le opere, ma dovremmo sforzarci di cercare la persona. La malattia lo aveva debilitato negli ultimi tempi, ma non si è mai arreso. I progressi sono arrivati giorno dopo giorno e una mattina riuscì a scendere per visitare gli uffici del piano di sotto. Antonio non ha avuto paura e non si è mai fermato. È morto alla vigilia del 13 dicembre, Santa Lucia. Il giorno delle sue feste per tutti, operai e famiglia. Un segno. La morte nella Bibbia viene vista come un banchetto di grasse vivande. Crediamo che è stato preparato per lui dopo una vita che lui l’ha preparato per altri. Le offerte raccolte andranno alla Caritas parrocchiale per seguire le tante persone della parrocchia», le parole del parroco della Misericordia, don Umberto Rotili, durante l’omelia.

«Esprimo vicinanza e preghiera alla famiglia. Se ne è andato un pezzo della storia delle Marche e d’Italia. Ha lasciato un segno. La vita è fatta di incontri: io l’ho conosciuto recentemente, durante la malattia. Mi ha colpito il suo desiderio di pregare insieme e di ricevere la Comunione. Soffriva per la malattia, si è sempre affidato a Dio. Oggi ognuno di noi lo deve ringraziare per quello che ha fatto ed è stato. Antonio possa tu godere la pace dei Santi nel paradiso», il saluto finale del vescovo della diocesi Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara.

Al termine del funerale e prima che il feretro uscisse dalla chiesa in direzione del cimitero di Albacina dove, nella tomba di famiglia è stato tumulato, don Umberto ha svelato come nelle ultime settimane lo stesso Antonio Merloni avesse parlato per far celebrare una santa Messa per il 19 dicembre, in occasione del 50° anniversario della scomparsa del padre, Aristide. «Sarà l’occasione per pregare non solo per il capostipite della famiglia industriale fabrianese, ma anche per Antonio e la moglie Cecilia», ha concluso il Parroco della Misericordia.