FABRIANO – Inaugurato il museo Guelfo a Fabriano. L’emozione di Marisa Bianchini, sorella dell’artista, durante il taglio del nastro, avvenuto il 4 ottobre, alla presenza, fra gli altri, del sindaco Gabriele Santarelli, Francesca Merloni e di molte personalità della città.
Tanta la gente che non ha perso occasione per poter visitare il neonato museo Guelfo a Fabriano, allocato nei locali attigui alla biblioteca civica Molajoli, in via Cesare Battisti. Un anno di lavori per realizzare una nuova struttura museale, pensata dall’architetto Lorenzo Rossi, che ha accolto oltre cento opere del maestro fabrianese e, a rotazione, opere della collezione internazionale di grandi artisti documentati nella storia dell’arte moderna e contemporanea come Chagall, Mirò, De Chirico.
I locali, di proprietà del Comune di Fabriano, hanno trovato nuova linfa e renderanno omaggio a un’artista che De Chirico ha sempre definito come un talento eccezionale. La caparbietà con la quale Marisa Bianchini ha perseguito questo obiettivo è da ammirare. Attraverso la Fondazione Museo Guelfo è riuscita a restituire alla città, tante opere di un suo figlio illustre. Attraverso questa nuova struttura museale, si amplia dunque, l’offerta turistica della città. «Il museo è nato su una precisa volontà di Guelfo. È un contenitore che ospiterà tutte le opere che mio fratello stesso aveva iniziato a raccogliere. Oltre all’innegabile aspetto affettivo, nobilita Fabriano anche in vista dell’Annual Meeting delle città creative dell’Unesco che la città ospiterà nel giugno prossimo».
Tanti gli appassionati che non si sono lasciati sfuggire l’occasione per poter ammirare per primi le opere esposte e la performance iniziale del Coro di Santa Cecilia, che si è esibito prima del tradizionale taglio del nastro. Quindi, dopo gli interventi istituzionali, fra i quali anche la benedizione del vescovo della Diocesi Fabriano-Matelica, nonché Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Stefano Russo, tutti in fila per poter rimanere estasiati delle opere esposte.