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Fabriano: intervista a don Rotili, sacerdote scrittore che avvicina i giovani alla Fede con il fantasy

Il primo romanzo della trilogia ideata e scritta dal parroco della chiesa della Misericordia continua a mietere successi. E c'è già in cantiere il secondo libro

Fabriano, Don Umberto Rotili
Don Umberto Rotili

FABRIANO – Un modo nuovo per raggiungere i giovani: parlare loro della Bibbia con un linguaggio immediato e creativo. In altre parole, un successo, visto che sono stati acquistati i diritti da una casa editrice e le ristampe sono arrivate a quota quattro. Stiamo parlando del primo libro della trilogia Ai confini della creazione, ideata e scritta da don Umberto Rotili, parroco della chiesa della Misericordia di Fabriano, che continua a mietere successi, probabilmente oltre quello che lo stesso autore si aspettasse.

Don Umberto, in attesa del secondo capitolo della trilogia, il primo romanzo fantasy della trilogia, La pietra nera. Ai confini della creazione, continua ad appassionare?
«Direi di sì, più che altro sta suscitando grande attenzione che poi è quello che forse cercavo mentre scrivevo. In ognuno di noi si cela una scintilla divina, capace di portare a compimento l’opera creativa di Dio, fino alla perfezione. Sta a noi lasciare che brilli o continuare a oscurarla. Questa trilogia che ho voluto scrivere ha come scopo ricordarci chi siamo e che cosa siamo stati resi da quell’Amore senza tempo che ha dato origine al tempo».

Prima pubblicazione a sue spese, poi?
«La prima tiratura è stata stampata da me e consegnata come regalo natalizio a una ventina di amici. L’accoglienza è stata molto favorevole tanto da attirare l’attenzione di una prima casa editrice che ha stampato la prima vera tiratura e le successive due. Ora, invece, questa nuova edizione è stata editata dalla Leone Editore che ha acquistato i diritti di pubblicazione. Il romanzo è lo stesso. Ci sono piccole aggiunte volute dall’editor ed è stato fatto un lavoro più bello di stesura del testo».

La pietra nera. Ai confini della creazione

Fabriano al centro della storia: una dichiarazione d’amore per la sua città?
«Sì e non solo per Fabriano, ma per tutti i fabrianesi, giovani in particolare. Sono un appassionato di giochi di ruolo, di fantasy da sempre. Trovo che sia un linguaggio che ti permetta di parlare a tantissimi ragazzi. Ma questo è anche un libro dove c’è uno stimolo per andare a fondo in concetti teologici, uno stimolo per riflettere e per far porre domande a chi leggerà queste pagine che troveranno risposta nello studio della Bibbia. La storia trasporterà il lettore in una realtà tale da domandarsi se conosce davvero quei racconti della Bibbia che fin da piccolo ha sempre sentito narrare come delle favole. Libro scritto originariamente diversi anni fa, con nomi e personaggi reali, nel corso dell’anno appena trascorso è stato modificato in alcuni dettagli, rimanendo però centrale l’ambientazione: Fabriano. Una storia tra leggenda e luoghi storici, come la chiesa di Sant’Onofrio e tanti altri luoghi noti ai cittadini. Ai confini della creazione deve portarci a comprendere il senso di ciò che Ermete Trismegisto ha fissato per sempre sulla tavola di smeraldo: Come in alto, così in basso, come dentro così fuori. Ovvero ciò che è Dio (alto) si riflette in noi (basso), e l’intero cosmo (fuori) si ripete esattamente in ognuno di noi, universo in miniatura (dentro). La pietra nera ci fa comprendere la lotta interiore tra bene e male che regna dentro e fuori di noi e che si ripete sempre. L’alchimia delle stelle ci insegna il cammino: per essere padroni del nostro futuro, dobbiamo risolvere il nostro passato nel presente. Il potere dei gemelli ci fa comprendere dove si trova la porta per accedere allo stesso potere divino, aiutandoci a riconoscerla e ad aprirla».

Ricavato in beneficenza e secondo libro della trilogia in rampa di lancio?
«Il secondo libro della trilogia, che si intitolerà Il labirinto dello spazio-tempo, che questa pandemia mi ha dato l’occasione di finire, uscirà nel 2021. Come sempre i ricavati che ne trarrò li destinerò alla nostra Caritas parrocchiale per aiutare le nostre famiglie nel bisogno. Grazie a chi ha creduto sempre in me anche più di me stesso e che mi ha sostenuto sempre in ogni nuova avventura».