FABRIANO – La città di Fabriano piange Mattia Orsi, il 30enne scivolato per circa 100 metri dalla cresta che sale a Pizzo Berro nel cuore del Parco dei Monti Sibillini, tra le province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo. Purtroppo, non c’è stato nulla da fare. Le squadre di terra del Soccorso Alpino e Speleologico di Macerata e Montefortino, insieme all’elisoccorso Icaro 02, hanno recuperato il corpo del giovane escursionista che si era fermato alla base della parete in una zona molto impervia. Le squadre di terra hanno inoltre recuperato un altro escursionista, sempre di Fabriano, che sta bene, ma comprensibilmente in stato di choc. Orsi era un appassionato di montagna e un escursionista esperto. I due oggi non avevano attrezzature particolari, non richieste per quel percorso, che è un’escursione e non un’arrampicata. La salma di Orsi è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.
I ricordi
«Un ragazzo meraviglioso. Non è retorica, le solite cose scritte postume. Un gran bravo ragazzo come ce ne sono pochi davvero. Serio, amante del lavoro e della natura (grandissimo fotografo naturalista), soprattutto appassionato della montagna dal Trekking all‘alpinismo. Non era uno sprovveduto, in montagna lui sapeva andare, un esperto, conosceva i limiti e se non era il caso sapeva anche rinunciare. Non uno spericolato, al contrario, aveva comportamenti sempre prudenti. Non so cosa possa essere andato storto, so soltanto che abbiamo perso una persona meravigliosa», il commosso ricordo del suo caro amico, Marco, che è stato raggiunto dalla terribile notizia nel primo pomeriggio di oggi.
Mattia lascia un’intera comunità nel dolore. Appassionato di fotografia naturalistica, di trekking in alta quota, di enduro con la sua mountain bike, aveva girato non solo le Marche. A piedi o in bici conosceva le montagne del centro Italia e ogni escursione era una pagina di storia. «Chi ha paura muore ogni giorno……e io ho deciso di avere coraggio» aveva scritto su Facebook quando era salito, ad agosto, fino al Corno Piccolo del Gran Sasso d’Italia, 2.655 metri per le vie ferrate Brizio e Danesi. Un ragazzo con la testa sulle spalle. Dopo essersi diplomato all’Istituto Tecnico Agrario Vivarelli di Fabriano, si è subito messo a lavorare prima come portalettere presso Poste Italiane, poi alla ditta Togni e, quindi, all’Ariston Thermo group nel sito di Cerreto D’Esi. Adesso lavorava come dipendente in un’azienda del territorio. Viveva a Paterno, piccola frazione del Comune di Fabriano. Qui lo ricordano tutti con affetto. In tanti si sono stretti vicino ai familiari, ai fratelli e ai parenti tutti. Si attende il nulla osta del magistrato per poter organizzare le esequie.