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Fabriano, lavoratori Indelfab (ex JP): «Non vogliamo cassa integrazione, ma lavoro»

Promessa per ulteriori 18 mesi di cig per cessazione di attività. E richiesta di incontro da parte dei sindacati alla proprietà in ambito della procedura di mobilità. Queste le notizie scaturite dalla nuova assemblea

Assemblea lavoratori Indelfab (Immagine di repertorio)

FABRIANO – Promessa per ulteriori 18 mesi di cassa integrazione per cessazione di attività. Richiesta di incontro alla proprietà della Indelfab di Fabriano, ex JP Industries, in ambito della procedura di mobilità. Queste le notizie scaturite dalla nuova assemblea con i lavoratori che si è svolta questa mattina, 25 agosto, nello spiazzale antistante la sala mensa dello stabilimento di Santa Maria e convocata dai rappresentanti dei sindacati di categoria: Gianpiero Santoni per la Fim, Pierpaolo Pullini per la Fiom e Isabella Gentilucci per la Uilm.

Un’assemblea per fare il punto dopo il primo incontro istituzionale che si è svolto ieri a Fabriano, all’Oratorio della Carità, alla presenza – tra gli altri – della sottosegretaria al Mise, Alessia Morani. «Ieri ci sono stati degli impegni, ma ancora nessuna soluzione. L’imprenditore non vuole più questa azienda, lasciando per strada circa 600 famiglie. A noi non interessa la cassa, ma il lavoro. Questo abbiamo detto alla Morani perché questa annosa vertenza deve essere risolta con la reindustrializzazione e non con l’assistenzialismo. Morani ci ha riferito di aver incontrato Giovanni Porcarelli e questi gli ha confermato la messa in liquidazione dell’azienda, che procederà a un concordato liquidatorio e non è intenzionato a tornare indietro sulla procedura di mobilità per l’intera forza lavoro, 583 lavoratori, di cui 300 nel fabrianese. Morani è stata chiara e cioè che è intenzionata a trovare soluzioni con o senza Porcarelli», hanno riferito le parti sociali.

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A quanto pare, l’imprenditore cerretese Giovanni Porcarelli vorrebbe dar vita a una nuova azienda con al massimo 100/150 operai, lasciando a casa il resto. «Per noi è inaccettabile. Alla luce degli incentivi non utilizzati dall’Accordo di Programma e ulteriori incentivi causa covid, anche fondi europei, la Morani sta già lavorando a una reindustrializzazione del territorio proponendo ad altre aziende l’acquisto della Indelfab. In questi giorni ci dovrebbero essere altri incontri fra ministero e proprietà aziendale. Tutti noi lo abbiamo ribadito a chiare lettere non deve rimanere a casa nessuno».

Quindi, le intenzioni del Governo per garantire dal 7 settembre, un nuovo utilizzo di cassa integrazione covid, quindi 11 settimane, o 12 mesi per cessazione di attività più 6 mesi di ulteriore proroga, poi eventualmente due anni di Naspi.

«Ma questo a noi non interessa, vogliamo lavoro. Abbiamo fatto questa mattina richiesta di incontro, come prevede la procedura di mobilità, all’azienda. Abbiamo 30 giorni per trovare un accordo. Altrimenti, si passa in sede ministeriale dove, comunque sia, ci è stato assicurato che entro i primi 15 giorni di settembre, saremo convocati noi e l’azienda. Noi non firmeremo mai la procedura di mobilità», hanno concluso i sindacati.