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Monsignor Stefano Russo: «Ogni giorno può essere Natale»

Il messaggio di Auguri del Vescovo della diocesi di Fabriano-Matelica, in occasione delle feste natalizie, è un inno al coraggio che ognuno di noi deve trovare in se stesso e alla riscoperta quotidiana di Dio

FABRIANO – «La Chiesa è viva e vivace e sta vicino alla famiglia». Questo il programma che la Diocesi di Fabriano-Matelica, come deciso dal suo nuovo Vescovo, mons. Stefano Russo, si prefigge di portare avanti per il nuovo anno. «In continuità con quanto deciso da Papa Francesco tutte le attività diocesane avranno come centro la famiglia», conferma il Pastore della chiesa locale.

Il suo ingresso in Diocesi, avvenuto il 18 giugno del 2016, non è stato dei più semplici. Non bastava la crisi economica che sta attanagliando il fabrianese da ormai diversi anni, ma anche l’emergenza terremoto ci si è messa a complicare il quadro. «Nel mio itinerario sacerdotale ho sempre avuto il servizio sui beni ecclesiastici e quindi mi è stata data la delega per i beni culturali della conferenza episcopale marchigiana in seguito alla mia ordinazione vescovile». Dunque, è spesso in giro per la Regione per visionare le chiese e le strutture ecclesiali danneggiate. A partire dalla sua Diocesi. «La Cattedrale di San Venanzio è stata chiusa per motivi precauzionali. Non ci sono problemi strutturali, ma una caduta di intonaco in alcune cappelline. Stiamo aspettando per capire come muoverci, visto che sarà necessaria una grande impalcatura per mettere in sicurezza il tutto. Ma a breve si provvederà, per Pasqua contiamo di riaprirla. Nel frattempo, le celebrazioni sono spostate nella chiesa di San Biagio e San Romualdo».

Problemi anche nella chiesa di San Niccolò, «con tutte le attività spostate al modulo già utilizzato in occasione del sisma del 1997». Nella chiesa di San Benedetto e soprattutto a Matelica, «dove è aperta e agibile solo la chiesa Regina Pacis. Nel territorio diocesano, complessivamente, sono più di 40 le chiese che non sono agibili o per danni strutturali o per pura precauzione. Anche il Palazzo Vescovile è stato danneggiato dalle scosse di agosto ed ottobre, siamo in attesa del sopralluogo. Considerando la situazione di Matelica, ho deciso di celebrare la Santa Messa del 24 dicembre proprio qui, precisamente nel palazzetto dello sport cittadino».

Nonostante ciò, a distanza di alcuni mesi dal suo ingresso ufficiale in Diocesi, mons. Russo è rimasto colpito dalla «notevole animazione nei vari centri di cui si compone la Diocesi. È stato un impatto molto vivace per via delle varie feste patronali che si sono susseguite durante il corso dell’estate scorsa. La gente è presente in queste circostanze. Siamo una piccola Diocesi, quindi, c’è facilità di conoscersi prima e al meglio. A partire dal contatto con i sacerdoti». Poi, lo sciame sismico «ed ho notato un grande clima di paura. In molti ha risvegliato i ricordi del settembre del 1997, per altri è stata un’esperienza nuova. Ma anche le attività parrocchiali ne hanno risentito».

L’emergenza terremoto rischia di dare il colpo di grazia ad un territorio fortemente martoriato da anni di crisi economica. «Il rischio esiste, le persone sono preoccupate, ma non dobbiamo fermarci, anzi. Tiriamo fuori il coraggio di reagire e tutte le energie che abbiamo dentro per rinascere. A partire proprio dalla famiglia che può essere un luogo di santificazione, seppur oggi in crisi. Nella famiglia, Dio – che è Trinità – può rendersi presente».

Ecco, quindi, l’augurio del Vescovo per il 2017. «Nel mio messaggio per le festività natalizie, sono partito dalla considerazione che ogni giorno è Natale. Perché quando arriva il Natale nella tua vita, ti accorgi che al di là della paura che ti può prendere nelle circostanze della vita, non c’è terremoto o crisi economica che possa far morire quella speranza che vive in te a motivo di Gesù Cristo. Ed è quella speranza che ti permette di non fermarti a leccarti le ferite ma che ti fa andare in “uscita”, che ti fa dispensatore della Sua misericordia. Quando arriva il Natale, diventi partecipe di un’esperienza nella quale le distanze fra gli uomini si accorciano, perché cambia il punto di vista sulle cose e sulle persone. Nell’oggi di Dio, scorgi panorami che non avresti mai visto e alzando lo sguardo verso Cristo, ti accorgi che accanto a te, ci sono prima di tutto dei fratelli a cui puoi donarti.

Quando arriva il Natale, può accadere, e di fatto accade, che ogni giorno diventa una scoperta nuova dell’amore che Dio ha per te. L’augurio che ci facciamo allora, a conclusione di un anno certamente non facile, è ricordare sempre che può essere Natale ogni giorno, ogni attimo della nostra vita. Che accogliere Gesù che viene significa avere il coraggio di Maria, mettendosi nel suo stesso “SI”, credendo e sperimentando, che il Signore è con noi, oggi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Claudio Curti