FABRIANO – Taglia il traguardo dei mille visitatori la mostra “La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento” a cura di Anna Maria Ambrosini Massari e Alessandro Delpriori, aperta al pubblico dal 2 agosto alla Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano. Considerando questo interesse, l’esposizione presentata da Regione Marche, Ministero per i Beni e le Attività culturali, Comune di Fabriano e Anci Marche, resterà aperta anche a ferragosto con i consueti orari dalle 10 alle 13 e dalle 14:30 alle 19:30.
La mostra, inaugurata da Liliana Segre, non coinvolge solo la Pinacoteca ma anche due evidenze storico-artistiche molto importanti della città, la cattedrale di San Venanzio e la Chiesa di San Benedetto. Inoltre ogni giorno i visitatori potranno partecipare a visite guidate alla mostra alle 10:15, 11:30, 15, 16:30 e 18, per gruppi si consiglia di prenotare a pinacoteca.molajoli@comune.fabriano.an.it.
Una curiosità accattivante si deve alla giovane ricercatrice di Sassoferrato Lucia Panetti: è quella che riconosce il volto di Artemisia, nota figlia del pittore e grande pittrice, all’epoca quattordicenne, nella Circoncisione di Ancona. Tra gli angeli nel cielo il suo ritratto è nelle vesti di Santa Cecilia che suona l’organo portativo.
La mostra su Gentileschi vuole anche dimostrare come ci siano state presenze altrettanto preziose tra coloro che hanno fatto da contrappunto alla diffusione del linguaggio caravaggesco, mostrandone l’impatto ma con un’inflessione più classicista, tra Bologna e Roma, come in Giovanni Lanfranco, Simone Cantarini, Guido Cagnacci, Giuseppe Puglia, Girolamo Buratti o nel dibattersi di due anime e due epoche, come in Pomarancio, Andrea Lilli e Filippo Bellini.
«L’esposizione “La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento” ha voluto instaurare un rapporto forte con il territorio e con il caravaggismo che attraversò la Regione – spiegano gli organizzatori – per questo rappresenta un’occasione unica per ammirare opere emblematiche di un momento fra i più memorabili della storia dell’arte, con uno slancio verso la modernità mai visto prima, che ha aperto la porta alle emozioni, alla loro forza vitale e drammatica, al loro dibattersi profondo che è ancora il nostro. La mostra si avvale di un prestigioso comitato scientifico, del quale fanno parte alcuni dei massimi esperti dell’argomento, tra cui Gianni Papi, Daniele Benati, Raffaella Morselli e Keith Christiansen».