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Fabriano: primo spettacolo di prosa sul palcoscenico del Teatro Gentile

Al termine di una residenza di riallestimento, giunge in scena – nel cartellone promosso dal Comune con l’AMAT - Troiane di Euripide

Il teatro Gentile a Fabriano|
Il Teatro Gentile a Fabriano|L'orchestra filarmonica marchigiana

FABRIANO – Domani, domenica 16 gennaio alle 17, al termine di una residenza di riallestimento al Teatro Gentile di Fabriano, giunge in scena – nel cartellone promosso dal Comune con l’AMAT – Troiane di Euripide, adattamento di Angela Demattè, con Elisabetta Pozzi e Graziano Piazza, Federica Fracassi, Francesca Porrini, Alessia Spinelli, per la regia di Andrea Chiodi. «Come si può rappresentare oggi una tragedia dopo averne vissuta una ma senza averla vista, senza aver compianto i morti?». Con queste parole Angela Demattè s’interroga sul senso di rappresentare oggi il testo di Euripide.

Le anticipazioni

Una riflessione che trova risposta nelle parole del regista, Andrea Chiodi. «Se vogliamo trovare uno spiraglio, un fiato di speranza io la ritrovo in quell’inizio di Ecuba in cui la regina dice: “Dobbiamo alzare la testa…”. Ecco, dobbiamo alzare lo sguardo, sollevare la testa e provare ad andare oltre la tragedia, non andrà tutto bene, ma andrà tutto secondo un bene misterioso che noi cerchiamo di indagare.” Con queste premesse Andrea Chiodi, con la collaborazione della drammaturga Angela Demattè, rilegge la grande epopea degli sconfitti troiani – paradigma straziante e altissimo di ogni vinto nella Storia – uno dei più grandi capolavori del canone occidentale che ad ogni rilettura sa schiudere nuovi enigmi e sollecitare nuove interpretazioni e significati, trovando sempre la strada di parlare a ogni essere umano con una forza poetica sconvolgente. Affidandosi al talento immenso di Elisabetta Pozzi e a un cast di straordinari attori danno vita a uno spettacolo che va al cuore dei grandi temi che attraversano la storia e il pensiero della civiltà europea e che oggi risultano così vertiginosamente vicini ai tempi che stiamo vivendo: il rapporto tra essere umano e destino, il lutto e il compianto, i legami familiari e tra generazioni che eventi enormi e dolorosi travolgono, lasciando chi resta nello smarrimento e nella affannosa ricerca di un senso», anticipa il regista. Le scene dello spettacolo – prodotto da Centro Teatrale Bresciano – sono di Matteo Patrucco, i costumi di Ilaria Ariemme, le luci di Cesare Agoni e le musiche di Daniele D’Angelo.

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