FABRIANO – Il quaranta per cento della forza lavoro dichiarata esubero dalla Astaldi. Rischio altissimo di incompiuta per la Pedemontana Fabriano-Muccia. Più probabilità, comunque, di essere ultimato il raddoppio della SS 76. Due giorni di mobilitazione proclamati dai sindacati di categoria che chiedono un incontro urgente con la Astaldi. Chiesto, inoltre, anche un intervento da parte della Regione.
Non sembra esserci pace per il progetto Quadrilatero, maxi-lotto n. 2 Fabriano-Serra San Quirico, che all’ultima curva rischia di inciampare definitivamente. Il grido di allarme lanciato dai sindacati di categoria: Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, rappresentati rispettivamente dai segretari provinciali Daniele Boccetti, Luca Tassi e Andrea Casini, è chiaro.
«Respingiamo con fermezza la procedura di licenziamento collettivo per 59 lavoratori su 147 occupati presentata dalla Astaldi il 18 giugno scorso. L’azienda, esecutrice dei lavori di raddoppio della SS 76 e della Pedomontana Fabriano-Muccia, ha dichiarato un esubero strutturale di 14 impiegati e 45 operai che lavorano nei cantieri di Cancelli e Borgo Tufico, comune di Fabriano», dichiarano i sindacati.
Una decisione, motivata dalla Astaldi con la sostanziale impossibilità di andare avanti nelle lavorazioni con i tempi ipotizzati, dopo che nelle sedute del Cipe del 26 aprile scorso e successive, non sono entrati in discussione i finanziamenti del terzo/quarto lotto della Pedemontana delle Marche e la perizia 6 del lotto 1.1.
«Una notizia inaspettata quella del licenziamento collettivo. Un numero sproporzionato, una provocazione. Per questo, dopo le assemblee mercoledì, abbiamo proclamato due giorni di sciopero. La prossima settimana, avremo il primo incontro con l’Astaldi per l’avvio del percorso sindacale, giovedì prossimo con ogni probabilità. Ingiusti e immotivati, questi licenziamenti perché il piano di esuberi non tiene conto delle situazioni personali dei lavoratori. Tanto più che in questi cantieri fino alla scorsa settimana si è effettuato straordinario. Si sta riflettendo sul ricorso agli ammortizzatori sociali, nello specifico la cassa integrazione. Rimane il fatto che la procedura di licenziamento collettivo è irricevibile e porteremo la vertenza ai più alti livelli possibili», le parole di Daniele Boccetti.
«Ci sono lavorazioni ferme a causa di problemi fra Quadrilatero e Astaldi. La prima, nel marzo scorso durante un incontro, ci aveva rassicurati sui finanziamenti per la Pedemontana attraverso il Cipe, ma ciò non è successo. Fino alla seconda metà del 2019, ammesso che il Cipe finanzia il tutto, non potrà essere cantierizzata. Dopo il 75esimo giorno, la Astaldi, dal primo settembre, può licenziare. La Quadrilatero ha le sue responsabilità, il primo lotto della Pedemontana – che sta per terminare – è stato oggetto di discussione per due anni, non è concepibile. Il problema è per tutti i 147 lavoratori, non solo per i 59 dichiarati oggi esubero. Vogliamo chiedere un incontro congiunto con Quadrilatero e Astaldi», gli fa eco Andrea Casini.
«Le ricadute occupazionali sono devastanti. A noi interessa dire ad Astaldi che è inaccettabile che si apra il licenziamento collettivo quando l’opera deve essere completata per il 40 per cento circa per la SS. 76: entro fine luglio si dovrebbe aprire il tratto Cancelli-Fossato di Vico, mentre il completamento riguarda essenzialmente il vecchio tracciato per allargamento gallerie e rifacimento dei viadotti. Per la Pedemontana Fabriano-Muccia partita solo per un lotto: vale a dire circa nove chilometri su 40. A disposizione ci sono 174milioni di euro di opera da realizzare, 10milioni circa per la SS. 76 e il resto sulla Pedemontana. Il progetto Quadrilatero è stato affidato, per la prima volta, nel 2006, si rischia di vedere un film già visto con i primi due blocchi al cantiere dovuti, però, a problemi finanziari nel 2011 e 2013 di Btp e Impresa. Ora, il fermo dell’opera, è per mancati stanziamenti ed erogazioni da parte del Cipe e problematiche legate ad atti fra Quadrilatero e Astaldi. A quest’ultima chiederemo di trovare strumenti alternativi ai licenziamenti. Incontri con la Regione, la prossima settimana con l’assessore Loretta Bravi, perché oltre alla mancata realizzazione di un’opera infrastrutturale strategica, si rischia una ulteriore grave perdita a livello economico per le aziende che operano in zona. Ad Anas e Quadrilatero chiederemo che si sblocchino gli atti di loro competenza, con pressing sul Governo affinché si convochi una riunione del Cipe e si sblocchi questa situazione. Tutti devono fare la propria parte, non c’è un problema economico, Astaldi è stata precipitosa nell’apertura del licenziamento collettivo. La copertura finanziaria c’è, ma non lo stanziamento e l’erogazione da parte del Cipe», ha concluso Luca Tassi.