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«Quali prospettive per le istituzioni europee?», anche Prodi e Letta al convegno della Fondazione Merloni

Chiusa la due giorni di riunioni del Comitato Scientifico dell'ente di Fabriano, votato alla promozione dell'imprenditorialità e dello studio dell'economia delle Marche: spunti e riflessioni hanno spaziato su vari argomenti europei, ma anche nazionali

FABRIANO – Si è chiusa la due giorni di riunioni del Comitato Scientifico della Fondazione Aristide Merloni di Fabriano, ente votato alla promozione dell’imprenditorialità e dello studio dell’economia delle Marche, che riunisce 14 leader internazionali per fornire gli indirizzi culturali delle attività della Fondazione.

Tanti gli appuntamenti proposti. A iniziare dalla introduzione di Francesco Merloni, presidente della Fondazione, e di Enrico Letta, presidente del Comitato Scientifico alla prima sessione di lavoro dedicata alla sostenibilità e ai cambiamenti climatici globali, con una lecture di Shiv Someshwar, docente di Climate Policy alla Columbia University di New York, che ha evidenziato quanto sia fondamentale un approccio sistemico alla questione dell’innalzamento delle temperature nel mondo e dei conseguenti disastri ambientali.

Successivamente, il dibattito è stato animato da numerosi interventi dei componenti del Comitato, tra cui Romano Prodi, Ferruccio De Bortoli, Guido Bertolaso, Gian Mario Spacca e Giovanni Gorno Tempini, che si sono confrontati sulle misure da mettere in atto per affrontare la sfida climatica mondiale.

La riunione del comitato è poi proseguita nel pomeriggio con la seconda sessione della giornata, dedicata alla presentazione dei risultati dell’indagine realizzata da Nomisma sulla comparazione tra lo sviluppo dell’economia dell’Emilia-Romagna e quella delle Marche.

A chiudere il convegno “Il risultato delle elezioni europee 2019: quali prospettive per le istituzioni europee?” nella sede della Fondazione Merloni, con un confronto sul futuro delle istituzioni europee tra alcuni membri del Comitato Scientifico della Fondazione Aristide Merloni, come Enrico Letta, Romano Prodi, Ferruccio De Bortoli, moderati da Annalisa Bruchi. Era prevista anche la presenza dell’ex presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani che, però, all’ultimo istante ha dato forfait, come Daniele Gros.

Spunti e riflessioni che hanno spaziato su vari argomenti europei, ma anche nazionali. «L’Italia avrà molto meno potere in Europa. Mario Draghi è in scadenza alla Bce e certamente non sarà un italiano a sostituirlo. La commissaria agli Esteri Mogherini non sarà riconfermata. Difficile riconfermare anche il presidente del Parlamento europeo, Tajani. L’Italia come Paese, in teoria, dovrebbe aspirare a un ruolo di Commissario di primo piano. Ma credo che l’isolamento che abbiamo in Europa e le tensioni in campo europeo, ci rendano molto difficile avere il ruolo di un commissario di primo livello. Saremo nel secondo livello, in un posto che avrà la sua importanza: Industria o Agricoltura, per fare alcuni. Un enorme salto all’indietro e con il solo riconoscimento della dimensione dell’Italia», le dichiarazioni di Romano Prodi, ex Premier.

Molto caustico anche il commento di Enrico Letta, a sua volta ex Presidente del Consiglio italiano. «Ci sono 4 forze politiche che si sono sedute al tavolo in Europa e stanno dando le carte e stanno cominciando a discutere, a decidere sul futuro. Queste quattro forze politiche sono, le dico in ordine di peso politico: Ppe, Socialisti, Liberali e Verdi. E in queste quattro forze politiche non c’è nessuna delle forze che attualmente governano il nostro Paese. È evidente che l’Italia con queste elezioni europee si è messa in minoranza in Europa, si è messa in un angolo in Europa e temo che ne vedremo le conseguenze». E su una sua possibile candidatura alla presidenza della Commissione europea: «Non sono candidato a nulla, l’ho letto sui giornali e sono sereno, molto sereno. Non mi sento candidato a nulla, non c’è molto alto da aggiungere. Suggerirei al Governo italiano di fare una campagna in favore di Angela Merkel alla presidenza della Commissione europea, anche perché si eviterebbe l’elezione di Jens Weidmann al posto di Draghi alla Banca Centrale Europea. Vedo incoscienza in questa situazione e un’abdicazione al nostro ruolo che ci spetta».

Sulla possibile procedura di infrazione, i due ospiti illustri hanno concordato l’analisi. «Un compromesso può essere raggiunto, occorre vedere però con che provocazione si arrivi al tavolo a settembre. C’è il modo per evitarla. Ma ci vuole un minimo di buona volontà. Non faccio alcuna previsione: il contenuto della procedura ci sarebbe, la possibilità di evitarla anche», le parole di Prodi. «Sarebbe suicidio andare allegramente all’infrazione. Mi auguro che Conte e Tria facciano il possibile e l’impossibile per evitarla», gli ha fatto eco Letta.