FABRIANO – «Con sofferenza e sacrifici, ma ho vinto la battaglia restando salda nei miei principi». A parlare è la professoressa di Lettere alla scuola media Gentile di Fabriano, Roberta Salimbeni, che ha fin dallo scorso anno dichiarato la sua battaglia contro il green pass e l’obbligo vaccinale per i professori.
Il racconto
«Non mi sono vaccinata contro il Covid quindi, l’anno scorso, non ho insegnato fino a gennaio di quest’anno. Ovviamente, sono stata senza stipendio. Un grande sacrificio che mi è costata una certa difficoltà economica, ma almeno sono rimasta fedele ai miei principi. Non ho avuto il certificato verde, perché in libertà ho scelto di non vaccinarmi, non trovando corretto che le istituzioni abbiano prima dato la possibilità di scegliere poi l’abbiano resa obbligatoria in modo surrettizio, pena l’esclusione dalla vita sociale e addirittura dal lavoro». Si è quindi avviata verso la sospensione del lavoro perché non ha inteso tamponarsi costantemente per ottenere la certificazione verde base «nella piena consapevolezza di ciò che avrebbe comportato». Poi la decisione del Governo dell’obbligo vaccinale per la categoria degli insegnanti. Ed è iniziata una nuova battaglia. Fino a quando, dopo le scorse vacanze natalizie, non ha contratto il Covid ricevendo il green pass per guarigione «e sono tornata a lavoro nel secondo quadrimestre». Ha terminato l’anno scolastico e ora, a distanza di 12 mesi, il prossimo 14 settembre, sarà regolarmente in cattedra dal primo giorno. «Rifarei tutto – dice la prof no-pass – anche perché, nonostante la poca solidarietà riscontrata dal corpo docente, ho trovato sempre grande riscontro negli alunni che hanno compreso la mia scelta. Sono una persona che semplicemente ha rinunciato al proprio stipendio per rimanere fedele ai propri principi, in modo coerente. Mi spiace per chi ha fatto il vaccino non per convinzione, ma per poter insegnare. Tutti i loro sacrifici si sono azzerati e ora siamo tornati a essere tutti uguali, senza discriminazioni».