FABRIANO – I partiti di governo e di opposizione della città di Fabriano sono «schizofrenici» in materia di sanità. A sostenerlo è il candidato a sindaco di Fabriano per il partito Comunista dei Lavoratori, Crescenzo Papale. «Ci riferiamo in particolare al Pd, ovvero al partito attualmente al Governo, non solo a livello locale ma anche in quello regionale e nazionale, così come ci riferiamo ai partiti di centro destra i quali dichiarano a tutto spiano di voler difendere il punto nascita dell’ospedale di Fabriano. Insomma un vero esempio di schizofrenia politica. Proprio quei partiti che negli ultimi 20 anni hanno destinato sempre minori risorse economiche al sistema sanitario nazionale pubblico, con conseguenze disastrose per la salute della popolazione meno abbiente, ora fanno la voce grossa e con toni roboanti da campagna elettorale, dichiarano di voler difendere. Proprio quei partiti che con le loro politiche di tagli e sacrifici stanno contribuendo a smantellare non solo la sanità ma quel patrimonio di diritti e tutele che il movimento dei lavoratori in anni di lotte aveva contribuito a conquistare! Insomma se la cantano e se la suonano».
Secondo Papale, ci si trova di fronte a linee politiche «piene di contraddizioni, incapaci di dare delle risposte alle reali esigenze dei cittadini e del popolo». Per questo, «va data una risposta dura costruita su un progetto di classe che si contrapponga nettamente alle politiche capitalistiche espresse da questi Partiti; politiche che non hanno più nulla da dare alla società, ma sanno solo togliere, sono forti con i deboli e deboli con i forti».
Il Partito Comunista dei Lavoratori propone la costruzione di un fronte unico di lotta «che vada al di sopra delle appartenenze partitiche o di schieramento e che porti la cacciata dell’attuale classe politica dirigenziale che sta rovinando e penalizzando il futuro di chi abita nel nostro territorio. Un fronte unico che tuteli la sanità e i servizi ai cittadini, contro la privatizzazione della sanità e la mercificazione della salute».