FABRIANO – Si riporta sotto quota 4mila il dato dei disoccupati a Fabriano. Se si allarga il raggio di azione a tutto il comprensorio, il calo è ancora più evidente e si è di un soffio sopra l’asticella dei 6mila. Questa la fotografia scattata dal Centro per l’impiego, ambito territoriale Arcevia, Fabriano, Cerreto D’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico, al 31 dicembre 2020. Sembrano, dunque, favorevoli. Ma il dato va guardato in controluce. Infatti, i numeri assoluti scendono per due motivi: crescita degli inattivi e, soprattutto, calo dei residenti.
Andando nello specifico, a Fabriano si passa dai 3.955 di fine 2019, agli attuali 3.863 di fine 2020, un dato in discesa di quasi cento unità. Cala meno per le donne da 2.195 a 2.163. Mentre è più marcata la discesa per gli uomini: da 1.760 a 1.700. Se si osserva il rilevamento storico dal 2011 a fine dicembre dello scorso anno, i numeri registrati dal Ciof per il 2020, si collocano a metà strada fra i rilevamenti del 2012 e il 2017.
A testimonianza di ciò, i numeri: il 2011 si era chiuso a 3.294 disoccupati; il 2012 con 3.615; il 2013 con 4.078; il 2014 con 4.940; il 2015 con 4.882; il 2016, anno record negativo, con 5.025; il 2017 con 3.906; il 2018 con 4.075; infine il 2019 con 3.955 e, per l’appunto, il 2020 con 3.863.
Passando al resto del comprensorio, il dato conferma la progressione in discesa. Infatti, il 2020 si è chiuso con 6.001 disoccupati complessi nei comuni di competenza del Ciof: Arcevia, Fabriano, Cerreto D’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico. Un calo di oltre 500 unità. Si passa, infatti, dai 6.572 del 2019, ai 6.001 del 2020. Ben distanti dal record assoluto, in negativo, registrato a fine 2015 con 8.410 disoccupati.
Certamente, in questa fotografia, non è stata presa in considerazione la vertenza legata alla Indelfab di Fabriano, con il fallimento ufficiale dell’azienda che fa capo all’imprenditore cerretese, Giovanni Porcarelli. Il futuro di 562 lavoratori – di cui 294 occupati presso le unità produttive di Fabriano, stabilimenti di Santa Maria e Maragone, e 268 occupati presso la sede di Nocera Umbra, in Umbria, stabilimento di Colle di Gaifana – appare quanto mai in bilico. Per questi, infatti, si ha la certezza della cassa integrazione per cessazione attività fino al 15 novembre 2021. Dopo, due anni di Naspi, con relativo licenziamento.