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Fabriano, si staccano le lapidi al cimitero di Santa Maria. La furia dei familiari dei defunti

Nel reparto 4, già inagibile a seguito del sisma dell’agosto-ottobre 2016, sono cadute alcune targhe commemorative. I parenti: «Quando i cimiteri sono stati riaperti, è crollato il reparto 8. Si faccia qualcosa»

Cimitero di Fabriano
Cimitero di Fabriano

FABRIANO – Ancora crolli parziali nel cimitero di Santa Maria a Fabriano. Questa volta interessato il reparto 4, inagibile a seguito del sisma dell’agosto-ottobre 2016. I familiari dei defunti in questione, circa 500, sono inferociti per il mancato avvio dei lavori.

Un senso di abbandono importante viene evidenziato da tutti i fabrianesi che sono impossibilitati a rendere omaggio ai propri cari sepolti in più punti del più grande cimitero di Fabriano, appunto quello di Santa Maria. Nelle ultime ore, infatti, si è assistito ad alcuni crolli, tra questi i distacchi di intere lapidi. Non è da escludere che ciò sia accaduto per un mix di problematiche. Da una parte il mancato avvio dei lavori di ripristino, dall’altra la forte ondata di maltempo che sta interessando anche il fabrianese dalla giornata di ieri (30 agosto).

I distacchi di lapidi al cimitero di Santa Maria a Fabriano

A tutto ciò si aggiunge ciò che, nel giugno scorso, è accaduto al reparto 8 dello stesso cimitero. Vale a dire lo sfondellamento con conseguente caduta di intonaco e parte delle pignatte del primo solaio che costituisce il piano di calpestio dei loculi posti al piano superiore. La zona è stata dichiarata temporaneamente inagibile e, quindi, immediatamente transennata. Dall’Amministrazione comunale si era annunciato il pronto inizio dei lavori. Ma, da quanto si apprende, questi lavori non sono ancora iniziati.

Comprensibilmente, inferociti i familiari di circa 1.500 defunti complessivamente fra i due reparti del cimitero di Santa Maria, che non possono rendere omaggio ai propri cari defunti. «Semplicemente vergognoso che ci sia tutto questo degrado e che non si sia intervenuti per tempo. Non è una questione di colpe, ma di sensibilità verso tutti coloro che già per via del lungo lockdown non hanno potuto far visita ai propri defunti. Quando i cimiteri sono stati riaperti, il crollo nel reparto 8, fra i più grandi in termini di sepolture. E, ora, anche l’ulteriore aggravarsi nel reparto 4 che dal 2016 è transennato per via del sisma del Centro Italia», commentano molti cittadini.