FABRIANO – Prima il piano industriale. Questa la forte richiesta avanzata dai sindacati in merito alla vertenza Tecnowind. I lavoratori hanno manifestato forte preoccupazione. Non si escludono nuove mobilitazioni.
Continua a tenere banco la vicenda legata all’azienda fabrianese che produce cappe aspiranti. A seguito del primo incontro avuto al ministero dello Sviluppo economico l’11 aprile scorso, le nubi stentano a diradarsi su questa vertenza. La crisi aziendale è stata istituzionalizzata e questo rappresenta un fatto positivo. Ma i nodi restano moteplici.
Dalla proprietà aziendale e dal CdA si è confermata l’intenzione di presentare richiesta per il concordato preventivo. Questo per tutelare i redditi dei lavoratori e un minimo di produzione. E anche per avere il tempo necessario per vagliare le eventuali proposte di soggetti interessati a rilevare la proprietà della Tecnowind. Le Istituzioni – Mise, Regione Marche e Comune di Fabriano – hanno garantito vigilanza e sostegno per evitare una nuova ecatombe occupazionale che potrebbe coinvolgere gli attuali 280 dipendenti circa dell’azienda.
Le parti sociali hanno svolto un’assemblea con i lavoratori il 12 aprile, informandoli sull’esito di questo primo incontro ministeriale. «Il piano industriale, che comunque non è stato presentato, prevederebbe l’impostazione della cessione della società a soggetti terzi ed avrebbe anche lo scopo di ottenere liquidità da soggetti bancari terzi per consentire la continuità produttiva una volta avviata la procedura. Uno dei primi effetti potrebbe essere quello di una riduzione del portafoglio ordini che rende indispensabile un’attenta valutazione sull’utilizzo dell’ammortizzatore sociale più idoneo», hanno evidenziato i sindacati di categoria.
Le organizzazioni sindacali, inoltre, hanno ribadito e ribadiscono la necessità che tutto sia legato alla presentazione di un piano industriale, «unica condizione che può mettere in grado tutte le parti di aprire una discussione sul futuro dell’azienda. Piano industriale che, come ribadito dalle Istituzioni presenti al tavolo cioè Regione Marche e Sindaco di Fabriano, affinché trovi supporto deve essere indirizzato a garantire una prospettiva alla fabbrica, il più ampio numero possibile di posti di lavoro ed un gestione sociale di un eventuale esubero».
Il Mise, oltre ad aver manifestato l’intenzione di provare a fare ulteriori pressioni sul sistema bancario per la riapertura delle linee di credito, «si è impegnato a convocare per i primi giorni della prossima settimana un tavolo congiunto anche con il Ministero del Lavoro per valutare le reali intenzioni dell’azienda e tutti gli strumenti da mettere in campo affinché – si conclude la nota sindacale – venga scongiurato l’ennesimo disastro industriale sul territorio di Fabriano».