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Whirlpool, in 60 fuori dalla multinazionale americana

Con l'accordo di mobilità volontaria, molti colletti bianchi della sede fabrianese e alcune tute blu dello stabilimento di Melano hanno scelto di uscire dalla multinazionale americana. Chiusa la prima tranches di incentivi all’esodo volontario

FABRIANO – Sono 60 i lavoratori della Whirlpool che hanno accettato di uscire volontariamente dalla multinazionale americana il 30 giugno scorso, data indicata dall’accordo del Piano industriale triennale come primo step per la mobilità volontaria. La maggior parte dei sessanta è composta dai colletti bianchi della sede impiegatizia di Fabriano. Ma non mancano le tute blu dello stabilimento di Melano.

Si è, dunque, chiusa la prima tranches di incentivi all’esodo volontario concordata fra la Whirlpool e le parti sociali, attraverso un’apposita integrazione al piano industriale triennale 2019-2021. Per i 60 dipendenti che hanno aderito entro il 30 giugno scorso, il massimo previsto. Vale a dire, per gli operai un minimo garantito di 85 mila euro. Per gli impiegati, il medesimo minimo garantito o 24 mensilità, qualora l’importo risulti superiore. In aggiunta quest’ultimi riceveranno ulteriori 25 mila euro, una cifra pari a quanto riceverebbero qualora dovessero usufruire di un anno di contratto di solidarietà, come prevederebbe l’accordo sindacale citato.

Gli incentivi alla mobilità volontaria proseguiranno anche nei prossimi mesi, ma con differenti importi. Infatti, per chi manifesterà l’intenzione di uscire dall’azienda entro il 31 dicembre 2019, l’incentivo sarà pari a 50.000 euro per gli operai e a 18 mensilità nette per gli impiegati, con un minimo di 50.000 euro garantiti. Mentre per coloro che sceglieranno di lasciare Whirlpool entro il 31 dicembre 2020, l’incentivo sarà di 40.000 euro per gli operai e di 14 mensilità nette per gli impiegati, con un minimo garantito di 40.000 euro. Ma ci sono due postille da aggiungere in merito.

Infatti, per quel che riguarda gli operai di Melano, al momento, gli incentivi alla mobilità volontaria sono stati bloccati. E questa è una buona notizia. La ripresa della produzione, dopo un momento di calo, ha di fatto azzerato l’individuazione di esuberi. Ciò vuol dire che per la multinazionale americana occorre che gli operai del sito produttivo fabrianese, circa 800, siano tutti alle catene produttive.

La seconda postilla, invece, riguarda gli impiegati e la possibilità di ricevere ulteriori 25mila euro se rinunciassero all’anno di contratto di solidarietà. Ma non è chiaro, al momento, se questa opportunità sia confermata anche per gli ulteriori due step.