FABRIANO – Che fine farà l’Hospice di Fabriano? A porre l’interrogativo il sindaco, Gabriele Santarelli che mette l’accento anche sulle condizioni attuali in cui versa l’ospedale Engles Profili dal punto di vista della carenza di personale e tagli di posti letto a disposizione.
«122 invece di 166. Questa in sintesi è la situazione dei posti letto dell’ospedale di Fabriano. La normativa autorizza 166 posti letto, il previsto rientro dell’Hospice non accompagnato da un aumento delle risorse umane, soprattutto infermieristiche, provocherebbe una riduzione di 10 posti letto, che si sommerebbe ai già 34 posti letto in meno, dovuti alla mancata riattivazione dei 10 posti letto di medicina in conseguenza del piano ferie del 2019, agli 8 posti letto in meno dell’area day surgery a causa del sisma che ha costretto la migrazione delle attività di endoscopia digestiva, i 12 posti in meno dovuti alla chiusura del punto nascita e di 4 posti in meno su 18 nell’Unità Operativa di Riabilitazione che soffre ormai da anni di carenza di personale avendo un solo specialista», il quadro delineato dal Primo cittadino di Fabriano.
Poi l’Hospice che ha fatto spazio alla “covideria” nei giorni più duri della pandemia da Covid-19 e che ora, ancora, non ha riaperto. Anzi, al momento, sembra più probabile che lo spazio possa essere occupato in modo permanente dall’Otorinolaringoiatria. A tutto ciò, come confermato dal sindaco Santarelli, il mancato numero sufficiente di infermieri. Quelli dell’Hospice sono utilizzati al momento in altre Unità operative. «Quello che serve è il personale che garantisca un turno infermieristico in più e un turno Oss in più per poter mantenere i 12 posti di area chirurgica. Invece in questo momento si sta agendo con semplici ordini di servizio che denunciano una totale mancanza di programmazione e l’assenza di una benché minima traccia di piano strategico. Come fatto nelle settimane scorse continuiamo a chiedere con forza che si dia seguito con i fatti alle parole. Il nostro ospedale ha dimostrato che potenzialità ha, che tipo di servizio alla collettività è in grado di garantire, sta ora a chi ha in mano la possibilità di decidere fare in modo che tutto questo possa avere un futuro», conclude Santarelli.