FALCONARA – «Ennesimo grave incidente in servizio, stavolta due colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Ancona, che hanno subito poli-contusioni, morsi e traumi fisici in occasione del controllo di un cittadino extra-comunitario all’interno di un bus di linea a Falconara Marittima, sorpreso senza biglietto che alla vista degli stessi operatori impediva la sua identificazione tanto da evitare la ripresa del servizio di linea. Annichilisce dover vedere quanto esposti e impossibilitati a difendersi adeguatamente siano i carabinieri in tutta Italia. Eppure se un carabiniere che viene aggredito mette mano alla pistola d’ordinanza succede un finimondo. Il sistema, molto in sintesi, considera il personale in divisa sacrificabile». Così Paolo Petracca, Segretario Generale Regionale UNARMA ASC Marche, dopo che nella mattinata due appartenenti all’Arma dei Carabinieri sono rimasti feriti dopo essere intervenuti per l’identificazione di un cittadino extra-comunitario, già noto alle forze dell’ordine, apparentemente in stato di alterazione, che ha iniziato a dare in escandescenze.
Calci, pugni e insulti e una resistenza alquanto violenta, e alla fine, dopo aver ammanettato l’uomo, per i due carabinieri sono state necessarie le cure dei sanitari. Entrambi sono stati portati al pronto soccorso di Torrette di Ancona per gli accertamenti clinici del caso con prognosi guaribili per entrambi in 5 giorni. Il 30enne nigeriano è stato tratto in arresto per resistenza, minaccia e violenza a pubblico ufficiale.
«Impianto legislativo troppo soft – incalza – Giuseppe Colasanto, Segretario Generale Provinciale di UNARMA ASC Ancona, dalle quali troppo spesso, oltretutto, gli accusati escono quasi totalmente indenni senza scontare un giorno di pena. I colleghi, invece, ne avranno per molto tempo di più e solo per aver fatto il proprio dovere. Non ci stancheremo mai di ricordare che, solo per i controlli sulle strade, ogni anno finiscono in ospedale oltre 2600 operatori in divisa, uno ogni tre ore e mezza. Ma i feriti fra le forze dell’ordine sono molti di più, e non mancano, purtroppo, i morti. Eppure ancora siamo qui a doverlo ricordare a chi non dovrebbe dormirci la notte».