FALCONARA- Aria irrespirabile. Sarà una notte che difficilmente dimenticheranno quella tra il 4 e il 5 gennaio 2018, i cittadini falconaresi. Un fortissimo odore, descritto come zolfo misto ad idrocarburi, benzina o uova marce è stato avvertito soprattutto nella zona di Falconara Alta e di Palombina Vecchia. I cittadini preoccupati hanno subito segnalato la cosa su Facebook e il numero delle emergenze ambientali del Comune di Falconara è stato tempestato di chiamate. Un gruppo di cittadini il 5 gennaio si è recato di persona dai Carabinieri della Tenenza per denunciare le esalazioni, la Polizia Municipale si è invece recata nelle abitazioni per raccogliere le segnalazioni. Anche nella notte tra il 6 e il 7 gennaio l’odore nauseabondo ha costretto gli abitanti a tenere le finestre chiuse.
Effettivamente, i valori rilevati dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria dell’Arpa nella centralina di Falconara Alta sembrano dare ragione a quanto avvertito dai cittadini. I dati per il momento si fermano alla mezzanotte del 4 gennaio ma si può comunque constatare un picco di NMHC, ovvero di idrocarburi non metanici. Dalle 10 di mattina il valore è stato sopra il valore soglia di 200 µg/m³ ma alle 24 ha raggiunto l’apice con 258 µg/m³. Gli altri valori –benzene, biossido di azoto, biossido di zolfo, Pm10 e ozono- seppur con dei picchi sono rientrati nei limiti.
Critica l’associazione Ondaverde Onlus per la gestione del numero delle emergenze ambientali. «Telefonando all’800122212 si è palesata la sorpresa preparata recentemente dall’Amministrazione comunale di Falconara: chi risponde è un operatore di un call center di Teramo, il quale sembra che abbia la disposizione di attendere almeno 5 chiamate di segnalazione prima di attivarsi verso Enti di controllo o Amministrazioni nelle Marche, a Falconara Marittima, a 150km da lui- dichiara l’associazione Ondaverde Onlus-. In pratica siamo sottoposti al calcolo aritmetico e alla discrezionalità di una persona che probabilmente non ha mai sentito un’esalazione persistente di zolfo, né di benzene, né di idrocarburi, né di ammoniaca, né di idrogeno solforato, né di solventi, né la miscela nauseabonda di alcuni di essi e, quindi, non sa che disagio fisico e psicologico determini.
A Teramo non ci si può rendere conto che cosa significhi dover chiudere in fretta una finestra a casa prima che l’esalazione vi si diffonda, oppure dover rientrare il più velocemente possibile in casa per respirare il meno possibile quella mefitica miscela. L’addetto al call center non sa che le industrie insalubri sono a ridosso delle abitazioni dei falconaresi e non conosce la densità abitativa delle zone verso cui si sono diffuse le esalazioni. Questo è il risultato di come il Comune di Falconara M. ha semplificato il complesso problema della conoscenza di ciò che accade alla salute e alla qualità della vita di 27.000 cittadini».
Cittadini allarmati anche per la fiamma della raffineria Api che il 7 gennaio, è stata molto alta e intensa.