FALCONARA MARITTIMA – Il consigliere comunale di Falconara in Movimento, Marco Baldassini, estromesso dalla maggioranza. La decisione è stata presa dalla giunta Signorini e dalle liste Uniti per Falconara – Falconara in Movimento – Direzione Domani, dopo l’ultimo consiglio comunale in streaming tenutosi il 30 aprile scorso. La rottura definitiva è arrivata quando, alla votazione sul bilancio di previsione 2020, il consigliere Baldassini si è astenuto.
«In questi primi anni di legislatura del sindaco Signorini la nostra maggioranza si è sempre confrontata al proprio interno prima di prendere decisioni, ascoltando le idee di tutti i consiglieri ed assessori, sia in merito alle questioni da sottoporre al Consiglio comunale, sia in merito a quelle ordinarie – spiegano i firmatari del documento -. Il consigliere Baldassini fin dall’inizio della sua esperienza ha voluto interpretare e gestire il suo ruolo in maniera autonoma e approssimativa, con proposte spesso non contemplate dalla legge e dai regolamenti. Il più delle volte è andato per la sua strada non confrontandosi con altri della maggioranza, e/o prendendo iniziative ed avanzando proposte ambigue, non razionali, spinto da un desiderio smodato di protagonismo fine a sé stesso, non compatibili con lo status e con i doveri di un consigliere comunale e con le responsabilità che dovrebbe avere nei confronti dei cittadini. Per questi suoi continui atteggiamenti è stato da tempo estromesso oltre che dal suo gruppo consiliare (FIM), anche dalle riunioni di maggioranza.
Ultimo in ordine di tempo, il suo voto di astensione sul bilancio di previsione 2020, approvato nella seduta del 30 aprile scorso. Non approvare il bilancio di previsione vuol dire dissociarsi in maniera chiara ed eclatante dalla linea politica e programmatica su cui si regge questa amministrazione. Adesso però, è questa maggioranza che non intende avere al suo interno un soggetto che non vuole fare lavoro di squadra. Visto che il consigliere non ha il “coraggio” di uscire spontaneamente dal gruppo (anche un consigliere di opposizione in occasione proprio dell’ultimo consiglio comunale del 30 aprile gli ha chiesto se ancora facesse parte della stessa), è questo gruppo che dichiara espressamente di non volerlo più al proprio interno. Non vogliamo che i nostri cittadini ci accomunino alle iniziative e proposte “geniali” del Baldassini, che agisce da tempo in maniera autonoma, formulando idee ed affermazioni dell’ultimo istante che solo apparentemente vanno in direzione del benessere di Falconara, ma che invece creano confusione. La maggioranza politica della nostra città non ha proprio bisogno di “geni solitari”».
A firmare il documento il sindaco Stefania Signorini; il vice sindaco Raimondo Mondaini; gli assessori Valentina Barchiesi, Romolo Cipolletti, Marco Giacanella e Clemente Rossi; il presidente del Consiglio comunale Goffredo Brandoni; i consiglieri Baia Raimondo, Cappanera Luca, De Luca Vincenza, Giorgia Fiorentini, Grilli Luca, Marini Stefania, Serpilli Caterina e Zizzamia Mario.
La replica di Marco Baldassini, consigliere FIM ma in autonomia decisionale, non è tardata ad arrivare.
Consigliere Baldassini, si aspettava di essere estromesso dalla maggioranza?
«Sì, certo. Me lo aspettavo. La mattina del primo maggio, il consiglio era finito all’1.20 di notte, ho ricevuto un messaggio WhatsApp da parte del sindaco Signorini. Mi ha chiesto di non scriverle più in quanto ho fatto le mie scelte e ad ogni azione corrispondono conseguenze. Poco dopo mi ha bloccato».
Le sue decisioni di voto hanno fatto storcere il naso ai consiglieri del gruppo. Che cosa è successo?
«Non ho avvallato in toto le decisioni della giunta: nel piano delle opere pubbliche e nel bilancio di previsione. La maggioranza ha bocciato la mia richiesta di rinviare il punto che prevedeva il nuovo regolamento della TARI; inoltre, ho votato in modo favorevole l’emendamento del collega Calcina sulla rescissione del contratto di affitto dei locali di via Roma dove sono dislocati gli uffici elettorali e anagrafe. Quest’ultimo punto era presente all’interno del programma elettorale della lista FIM e gli stessi consiglieri di FIM hanno votato contro, tradendo il proprio elettorato. Ho anche esortato la giunta e il sindaco a ritirare l’impegno di spesa per incarico legale volto ad intraprendere una eventuale causa verso a chi ha disonorato l’onorabilità dell’amministrazione sulla questione autovelox. Non si può fare causa ai propri cittadini. Vorrei portare a conoscenza che durante le ultime Commissioni (I,II,V e VI) mi è stata negata una postazione presso gli uffici comunali per seguire per intero le stesse sedute tenutesi in videoconferenza, nonostante a Palazzo Bianchi ci sia un ufficio attrezzato a disposizione dei consiglieri stessi. Inoltre, era consueto riunirci in maggioranza sia per la pianificazione delle opere triennali dei lavori pubblici, sia per fare la lista delle priorità. Inoltre, era consueto anche riunirci con l’assessore al Bilancio per le spiegazioni del caso. Be’, tutto questo non è successo, perlomeno con me».
Perché non è uscito prima dalla maggioranza?
«Come già risposto alla domanda del collega Luchetti posta in sede di consiglio comunale, ripeto ancora una volta che essere un consigliere di maggioranza non significa avvallare tutte le richieste e decisioni della giunta e quindi essere soggetti al dovere di allineamento. Essere un consigliere comunale significa lavorare e prestarsi per il bene della città e della cittadinanza cerando di far capire, se ci fosse un confronto, alcune lacune e mancanze dell’amministrazione. Tutti i colleghi conoscono benissimo la mia idea di politica: io non mi reputo un politico ma uno del popolo che parla a nome del popolo».
E adesso che cosa farà?
«Io sono un consigliere di Falconara in Movimento ma in autonomia decisionale (dopo “l’epurazione” del 8 maggio 2019) e solo io posso dichiarare e chiedere l’uscita dal Gruppo. La maggioranza può prendere le distanze da me – poi ne risponderanno all’elettorato e alla città -, può non ascoltare più le mie richieste ma sono io a chiedere di uscire dalla lista. Inoltre, vorrei ricordare che sono stati loro a venirmi in cerca alle elezioni per avere il voto delle periferie».