FALCONARA – Al grido di «Vogliamo lavorare!» e «libertà e dignità» è andata in scena davanti alla stazione ferroviaria di Falconara la protesta di ristoratori, gestori di palestre, commercianti e associazioni culturali e teatrali colpiti dal Dpcm del 25 ottobre. La manifestazione pacifica, apartitica e apolitica organizzata da “I love shopping Falconara” ha visto la partecipazione di un centinaio di persone. Tenendo in mano un filo di 1,5 mt, i partecipanti hanno formato una lunga catena umana, ovviamente mantenendo il distanziamento previsto. I manifestanti si sono poi seduti in mezzo alla strada agitando cartelli: “Se non moriamo di Covid… moriamo di fame. Noi ci siamo adeguati, voi che cosa avete fatto?”; “Fateci lavorare”; “In sicurezza tutti lavorano”; “Non siamo untori ma lavoratori”.
«Non ci sono solo i titolari di bar e ristoranti ma anche i commercianti di Falconara che hanno chiuso i loro negozi per partecipare alla manifestazione perché siamo tutti colpiti da questa perdita di fatturato- afferma Ilenia Orologio, Tesoro Pasticceria Caffetteria -. Purtroppo ci troviamo in una situazione in cui ci fanno chiudere senza motivo alle 18, ci fanno riaprire alle 5 quando potremmo tranquillamente tenere aperto in quanto non c’è differenza tra mattina e sera. Abbiamo rispettato tutte le regole per far entrare in sicurezza i clienti nei nostri locali e nei centri sportivi. Questo non è tollerabile».
In questi primi giorni dall’entrata in vigore del Dpcm ha già notato differenze per la sua attività? «Ho una pasticceria e siamo aperti 24 ore su 24 quindi mezza giornata va persa. Inoltre, la paura che è stata messa alle persone di non uscire di casa se non per acquistare prodotti di prima necessità comporta che i clienti rinuncino ad andare al bar o al ristorante. Per noi è una grande perdita e sicuramente non verrà soddisfatta dal decreto Ristoro che prevede degli spiccioli, insufficienti anche per pagare l’affitto. Noi chiediamo solo di poter lavorare nel rispetto di tutte le regole» dichiara Ilenia Orologio.
«Noi non ci stiamo a tutte le assurdità dei Dpcm. Prima ci dicono di chiudere, poi di aprire e di adeguarci alle regole; prima tavoli da sei, poi da quattro e adesso chiusura anticipata alle 18. Questo è un orario di lavoro assurdo: che cosa significa far aprire un ristorante dalle 5 della mattina alle 6 del pomeriggio? In questo modo noi ristoratori lavoriamo solo da mezzogiorno alle 14. E tutte le altre ore? Cosa facciamo?- domanda Lucilla, ristorante Anello D’Oro -. I ristoranti ancora una volta vengono penalizzati mentre ad esempio i centri commerciali sono rimasti aperti».
«Manifestiamo per la nostra libertà e per la nostra dignità. Conte anziché parlare da Palazzo Chigi, venisse in piazza a parlare con il popolo. Noi le tasse le paghiamo, vogliamo lavorare! Ci è stata tolta la dignità- dichiara Federica Pennesi, titolare del negozio di abbigliamento Federica P-. Io ho un negozio di abbigliamento ma è inutile darmi la possibilità di chiudere alle 19.30 quando viene sconsigliato agli italiani di uscire di casa perché così non si lavora. Chi mi la paga la merce? E l’affitto? Con cosa mangio io? Prima la chiusura con il lockdown di marzo e adesso questo».
Anche il sindaco Stefania Signorini, affiancata dall’assessore al Commercio Clemente Rossi, ha voluto testimoniare la sua vicinanza a imprenditori e operatori penalizzati dal decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 25 ottobre.
«Ci tengo a essere qui per esprimere la mia vicinanza a tutti voi. L’ho già fatto e lo farò anche formalmente con una lettera pubblica, perché penso che questo provvedimento doveva essere accompagnato da interventi ad ampio orizzonte, capaci di dare certezze, dato che colpisce categorie che devono ancora risollevarsi dagli effetti del lockdown- dice il sindaco Stefania Signorini -. Queste categorie non possono essere messe ulteriormente in ginocchio. Sono con voi e lo sarò sempre in tutti i modi».