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Fallimento Tecnowind, interventi politici e assemblea dei lavoratori a Fabriano

Non avendo il giudice concesso l'esercizio provvisorio, oggi – 20 febbraio - l'azienda sarà chiusa e in mano al Tribunale. Non sarà quindi possibile l'ingresso neanche per l'assemblea. I sindacati e i lavoratori si vedranno alle 9:30 nella sala consiliare del Palazzo della Potestà

La sede fabrianese della Tecnowind
La sede fabrianese della Tecnowind

FABRIANO – Il day after il fallimento ufficiale della Tecnowind di Fabriano (Leggi l’articolo) porta reazioni dei diretti interessati e della politica. Non avendo il giudice concesso l’esercizio provvisorio, oggi – 20 febbraio – l’azienda sarà chiusa e in mano al Tribunale. Non sarà quindi possibile l’ingresso neanche per l’assemblea. I sindacati e i lavoratori si vedranno alle 9:30 nella sala consiliare del Palazzo della Potestà.

Nel frattempo, come detto, non mancano le reazioni. A partire dal presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli. «Sicuramente un momento molto difficile e fallire non è mai una strada positiva. Ma, fra il novero delle negatività, occorre pensare che nel fallimento può anche esserci un risvolto potenzialmente positivo. Infatti, una volta che il commissario avrà effettuato tutte le valutazioni, si potrebbero aprire strade per imprenditori che vogliano salvaguardare i posti di lavoro, ripartendo con maggiore slancio. Del resto il nostro territorio ha le competenze per potersi rilanciare. Da parte nostra continueremo a seguire la vicenda, mettendo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione. Sono convinto che uno spiraglio si possa individuare».

Dopo alcune ore di riflessione, ha affidato – come al solito – a Facebook, la propria riflessione il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli. «Di certo però non si può parlare di un fulmine a ciel sereno se non per i tempi e i modi con cui la notizia ha raggiunto i lavoratori. Mi preme dire però, come fatto in tempi non sospetti, che questa vicenda ha visto una gestione delirante. Negli ultimi 7 mesi, almeno, non si sapeva nemmeno chi fosse il referente dell’azienda. Ho personalmente assistito ad almeno 3 incontri presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico terminati con rinvii e impegni a rivedersi per aggiornamenti che non ci sono mai stati. Ogni volta è stato un sentirsi ripetere cose già dette. Uno scollegamento totale tra ministero del Lavoro e ministero dello Sviluppo Economico che non hanno mai dialogato come se la questione non li riguardasse entrambi. Ritengo che questa città abbia bisogno di uno scatto di orgoglio perché anche in questo caso non è solo una azienda a chiudere, ma tutta la comunità a impoverirsi ulteriormente».

Il parlamentare del Pd, Emanuele Lodolini assicura che farà il possibile per cercare potenziali investitori intenzionati a salvaguardare i posti di lavoro, «perché siamo di fronte a una vicenda drammatica. Ho chiamato immediatamente il curatore fallimentare Simona Romagnoli, per avere delucidazioni in merito alla sentenza. Mi auguro che, a breve, venga fatto un bando per poter affittare l’azienda e tentare di salvaguardare una parte dell’occupazione. Dal canto mio, proverò con tutte le forze a capire se vi sono soggetti potenzialmente interessati ad intervenire in maniera più concreta e diretta rispetto alle limitate possibilità di investimento che avrebbe offerto il concordato. Mi attiverò anche a livello governativo perché non possiamo davvero permettere che il territorio fabrianese, già profondamente segnato dalla crisi, subisca questa ennesima pesante perdita».