TREIA – La scomparsa di don Peppe Branchesi a causa del Covid-19 ha gettato nello sconforto l’intera comunità maceratese e non solo. Tanti i messaggi di stima e cordoglio che sono arrivati dopo che domenica, 19 aprile, il sacerdote 81enne di Santa Maria in Selva a Treia, si è spento al Covid-Hospital di Civitanova dopo giorni di ricovero.
La famiglia di don Peppe ha deciso di ringraziare con una lunga lettera tutte le persone che hanno dimostrato loro vicinanza e affetto in questo difficile momento.
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«“Agli amici di ogni dove, carissimo/a”. Così si aprivano le tue lettere con cui eri solito accompagnarci in occasione delle festività religiose o, più semplicemente, negli innumerevoli momenti conviviali nei quali la tua presenza non è mai mancata.
“Fratelli”, questa non è una parola con cui dare inizio a una formula talvolta riecheggiante in maniera vuota e lontana. Oggi più che mai, in questo silenzio eloquente e assordante, irrompi nello smarrimento e nella fragilità esistenziale delle nostre vite, mai come ora tanto evidente, continuando a testimoniare con la tua ineguagliabile originalità e profonda bontà di cuore che l’esser fratelli non è altro che la nostra condizione di Figli di un unico Dio che è Padre.
Non avremmo mai voluto trovarci nella condizione di scrivere questa lettera, ma ci hai sorpresi con un altro dei tuoi “scherzi a prete”. Questa volta ti sei superato. Ed eccoci qua a tentare di formulare alcune frasi di senso compiuto, non con la tua stessa penna, artistica e sapiente, ma supportati da un cuore tanto addolorato quanto grato per i prodigi della tua presenza.
Quattro anni fa la nostra famiglia si è ritrovata orfana di un padre del quale tu ammiravi l’operare ispirato e silenzioso. Ora è un’intera comunità a essere orfana di un padre, ma anche sacerdote, fratello, amico e... Ciascuno di noi si ritrova solo, disorientato, privato della granitica certezza che tu saresti stato “per sempre”. Tentiamo ardentemente di trovare nella nostra logica un pretesto razionale che sazi la nostra necessità di dare un senso a tutto questo e dia pace ai nostri cuori, ma è cosa vana. Ed ecco, allora, che oltre la voracità della mente riusciamo a percepire quella fastidiosa sensazione di pace e di serenità di cui vorremmo tanto negarne la presenza in questo momento, ma che è così delicata, così dolce, così amorevole da aprirci le porte della Gratitudine, della Misericordia e del Perdono. Lì c’è Dio.
Non sarebbe bastato uno stadio intero per accogliere la moltitudine di “fratellini” e “sorelline” che avrebbero voluto esserti vicino per un ultimo saluto, un CIAO, a presto. E invece anche questa volta ci hai spiazzato, sei stato ancora una volta un passo avanti a tutti, ci hai preceduto. Te ne sei andato in punta di piedi, non nel clamore dell’evento che sarebbe stato ricordato nei libri di storia come “Il funerale alla Woodstock”. Straordinariamente costretti nelle nostre case, ci hai donato un’occasione unica di esserti accanto in una dimensione più profonda e intima. In fondo sei anche riuscito a raggiungere la tua “immortalità terrena”, nessuno di noi ha potuto piangere il tuo corpo esanime. Viene da pensare che, con la complicità del buon Dio, ancora una volta sei stato capace di rinnovare in maniera del tutto originale, come tuo solito, il tuo esser portatore dell’annuncio pasquale: “Cristo è Risorto, Alleluja”. Ci hai lasciati in sospeso… ed ora? Ora è il tempo di accogliere questo dolore, di condividerlo con chi ci è accanto, di continuare con la certezza di non esser soli.
Il sentimento è comune: sono tanti i tuoi fratelli che in questi giorni stanno scrivendo di te, rimettendo insieme tante piccole pagine della tua storia. Non basterebbe davvero una biblioteca intera per raccontare la tua indomita volontà di esser fratello del Mondo. Forse, anche questa volta, è nelle piccole cose che si ritrova l’essenza di tutto: in un semplice, fermo, fraterno GRAZIE.
Grazie a te caro Fratello per esserti lasciato guidare dalla Luce di Verità, per esserti fatto strumento di Bene, per aver compiuto meraviglie. Grazie (a denti stretti) a questo virus che ci sta dando l’opportunità di riscoprire il senso profondo della Vita. Grazie a tutti i tuoi fratellini sparsi nel Mondo che ti vogliono bene e ti hanno accompagnato nel compimento della tua Missione e Vocazione. Grazie a chi in quest’ultimo periodo di prova ha pregato, sperato e affidato la tua guarigione. Siamo certi che le nostre preghiere non sono state vane. Grazie a te Claudio, altre parole non servono. Grazie anche a chi in questi anni non ha compreso il tuo essere fuori dagli schemi e talvolta ha osteggiato questa tua unicità. Non è mai troppo tardi per perdonare ed esser perdonati. Grazie a tutto il personale sanitario che si è preso cura di te. Eccellenti professionisti ed ancor più uomini e fratelli dal grande cuore. Grazie per esser entrati a far parte della nostra grande famiglia. Che il vostro servizio sia sempre sorretto e guidato dall’Alto. Grazie a Dio per averci donato un Fratello così prezioso.
La promessa con cui ci congediamo, per il momento, è che ripartiremo anzi continueremo, consapevoli, oggi più che mai, di essere tutti Fratelli del Mondo. La tua presenza saprà farsi sentire sempre, ovunque e comunque. Salutaci babbo Giovanni e tutti gli altri fratelli che ti hanno preceduto in Cielo, vegliate su di noi».
La famiglia di don Peppe ha deciso di portare avanti il progetto di vicinanza al mondo missionario a cui sempre, il sacerdote di Treia, ha riservato la sua energia. Una campagna crowdfunding, “In missione nel mondo con don Peppe”, per continuare a sostenere le realtà missionarie a lui vicine. Chiunque voglia sostenere questa iniziativa può dare un proprio contributo accedendo al link https://www.gofundme.com/f/in-missione-nel-mondo-con-don-peppe