FANO – Entro fine anno verrà appaltata la realizzazione delle strutture su Porta Maggiore. L’intervento vuole garantire l’accesso alle stanze sottostanti la superficie, così da permettere la visibilità degli scavi. Infatti, durante i recenti lavori di ripristino della pavimentazione del Pincio, sono state rinvenute due stanze (bombardiere) di cui si ignorava l’esistenza, in quanto tutta l’opera difensiva realizzata dal celebre architetto Matteo Nuti era perimetrata da un fosso difensivo che alcuni secoli fa è stato parzialmente interrato.
L’obiettivo di questo intervento progettuale, oltre a risolvere le questioni funzionali di accessibilità ai vani sottostanti, è quello di garantire sia visibilità sia protezione agli scavi, riducendo nel migliore dei modi l’impatto di questa nuova struttura e rendendola in armonia con la pregevole opera del Nuti. Per assecondare queste finalità, è stata avanzata l’idea di creare due componenti:
Nel primo caso, è stata progettata una pannellatura di vetri che, mediante un’appropriata struttura in acciaio corten, si eleva dalla pavimentazione in modo da renderla quasi sospesa, e quindi più leggera nel suo impatto visivo. Questa struttura in vetro verrà inclinata, in modo da garantire sia una migliore lettura sia una maggiore protezione degli scavi dalle intemperie. Lo studio di questa soluzione ha evitato la realizzazione di un inappropriato e anacronistico volume, il cui impatto con la muratura esistente sarebbe stato sproporzionato e fuori luogo. Oltre ad un QR Code per conoscere le informazioni storiche del manufatto, sulla superficie in vetro verrà anche impressa una citazione dal libro “Memorie di Adriano” della scrittrice Marguerite Yourcenar, che ne sottolinea l’importanza ed il valore storico.
La seconda componente architettonica è realizzata con una pannellatura in acciaio corten nella quale è inserita e mimetizzata la porta di accesso, la cui eccessiva visibilità avrebbe impoverito e danneggiato esteticamente l’armonia dell’intervento nel suo complesso .
«L’obiettivo di questa visione – sottolinea l’assessora ai Lavori Pubblici Barbara Brunori – risiede proprio nella volontà di tutelare il nostro patrimonio storico e di garantire un adeguato equilibrio visivo e strutturale dell’intervento. Crediamo che il rinvenimento di queste due stanze ci spingano a valorizzare ancor di più gli scavi sottostanti a Porta Maggiore. Va riconosciuto l’importante lavoro progettuale che è stato condotto affinché venisse scongiurata la possibilità di installare un volume, il cui impatto sarebbe stato eccessivo nei confronti del contesto architettonico e storico».