FANO – Cresce a Fano il fronte del ‘No’ alla variante Gimarra, ovvero il prolungamento dell’Interquartieri che dalla rotatoria di via Aldo Moro sbucherà sulla Statale 16, poco prima dell’hotel Riviera.
Gli ultimi, in ordine di tempo, a scendere in campo per esprimere il loro parere negativo sono stati gli esponenti locali del M5S Mazzanti, Panaroni e Giuliani. Un’opera, a loro dire, inutile in quanto non libererebbe Fano dal traffico ma anzi, aggraverebbe la situazione: «La favola raccontata dalla giunta per cui la variante di Gimarra libererebbe il centro non ha nessun aggancio con la realtà. Il traffico che oggi lambisce le mura cittadine, cioè quello su viale Gramsci, viale Buozzi e il primo tratto di viale Primo Maggio, non registrerebbe riduzioni significative, in quanto già adesso, chi deve dirigersi verso Fano Nord (per esempio, gli abitanti di Gimarra), se si trova nei pressi dell’interquartieri la utilizza anche se incompleta, mentre se si trova nell’area più interna di Fano, usa e continuerà ad usare le vie che lambiscono il centro»
E proseguono: «La variante di Gimarra non solo non persegue l’obiettivo di liberare Fano dalle auto, ma peggiorerebbe la situazione della viabilità cittadina. A causa dell’assurdità delle opere compensative, oggi il traffico di attraversamento della città preferisce utilizzare principalmente l’interquartieri come circonvallazione, anche se incompiuta. Questa abitudine è deleteria perché non libera Fano dalle auto ma anzi le concentra tutte in una fascia che è molto interna alla città stessa. Se si realizzasse il progetto dell’amministrazione di investire le uniche risorse ad oggi disponibili nel completamento dell’interquartieri, questa situazione andrebbe solo a peggiorare ulteriormente, le opere compensative rimarrebbero incomplete e inutili dopo esserci costate 47 milioni, e a Fano il traffico si concentrerebbe sempre più stabilmente in una fascia urbana molto centrale».
Gli esponenti del partito pentastellato propongono anche una conclusione che possa centrare l’obiettivo di una viabilità meno impattatante e che possa salvaguardare la natura: «Va certamente data una conclusione più degna all’interquartieri, ma occorre farlo senza deturpare ulteriormente le nostre vallate e colline, e comunque solo a seguito di un intervento strutturale che dreni il traffico di attraversamento da Fano e lo arretri in una circonvallazione molto più esterna della fascia in cui si trova oggi l’interquartieri. Occorre creare una vera circonvallazione esterna per il traffico di attraversamento, andando a realizzare, in affiancamento all’A14, gli sbocchi a nord e a sud delle opere compensative. Si tratta esattamente della stessa proposta che avevamo avanzato nella campagna elettorale delle ultime comunali e poi trasfuso in una mozione, purtroppo respinta dal consiglio. Solo così – concludono – si potrebbe liberare tutta la città da molti veicoli che non graverebbero più sull’area urbana, consentendo di gestire al meglio anche lo sbocco dell’interquartieri verso la litoranea in maniera più degna e più leggera, alla luce dei flussi di traffico molto minori da sostenere».
Dello stesso avviso il presidente della Commissione Lavori Pubblici e Trasporti del Senato, Mauro Coltorti, in visita a Fano, su richiesta del Movimento 5 Stelle locale e di un Comitato di cittadini che si sono attivati contro il progetto: «I soldi, i soldi delle nostre tasse vanno spesi bene. Non vanno spesi tanto per spenderli. Se si adottasse questa soluzione in caso di problemi lungo la statale a nord di Fano non ci sarebbe modo di raggiungere Pesaro se non tornando indietro ed entrando in autostrada. C’erano altre soluzioni all’esame della giunta fanese, una delle quali, a costi decisamente inferiori, correndo parallela all’autostrada, avrebbe garantito una viabilità alternativa e un rapido accesso all’ospedale.»
Intanto cresce il numero di adesioni alla petizione online promossa, su change.org, dal titolo chiaro e significativo: “A rischio la poca natura rimasta. Rivedere il prolungamento dell’Interquartieri”, che è stata diretta alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Oltre 1455 firme, alle quali vanno sommate quelle apposte nei moduli cartacei.