FANO – È oggettivamente difficile vedere maggioranza e minoranze politiche pensarla allo stesso modo. Improbabile ma non impossibile. C’è infatti un argomento, particolarmente sentito dai fanesi, che ha visto uniti nella preoccupazione sia il Pd, rappresentato dal Vice Sindaco Fanesi, che gli esponenti locali dell’Udc. Stiamo parlando delle Terme di Carignano.
A soffiare sulla brace è stata alcuni giorni fa Beatrice Morbidoni, Presidente del Comitato “Riapriteci le Terme di Carignano” che ha espresso, una volta di più, le sue perplessità su un progetto mai decollato. Nonostante infatti sia oramai passato diverso tempo (era dicembre 2020) dall’acquisizione all’asta da parte del gruppo Romani della struttura, ad oggi la zona si trova in stato fatiscente e non sarebbero visibili cenni di riqualificazione della zona.
L’appello della Morbidoni che chiedeva «un chiarimento in merito alla questione sia da parte della proprietà sia dalle forze politiche di Comune e Regione, visto che entrambe sono interessate» non è caduto nel vuoto ed è stato raccolto dal vice sindaco della Città della Fortuna che chiede lumi in merito allo stallo del progetto di rilancio del complesso: «Sono notevoli le ambizioni che la nostra città e, di conseguenza, l’amministrazione comunale, attribuiscono al rilancio delle Terme di Carignano. Le nostre aspettative sono collegate alla riapertura dell’impianto termale, insieme ad una riqualificazione della ricezione alberghiera. Su queste premesse abbiamo, sin da subito, accolto positivamente le iniziali intenzioni verbali della nuova compagine proprietaria. Riteniamo, come amministrazione, che quell’area abbia ampi margini di sviluppo a vantaggio del territorio sia in termini turistici, economici che occupazionali».
Fanesi ricorda come «al di là dei primi contatti, non abbiamo però ad oggi ricevuto una progettualità articolata che definisca la strategia di valorizzazione. Ci auguriamo di poter ragionare su un piano di azioni che siano all’altezza delle aspettative della nostra comunità».
Dello stesso tenore Stefano Pollegioni e Davide Delvecchio dell’UDC Fano: «Condividiamo l’intervento di Beatrice Morbidoni. Ricordiamo, nel 2020, l’entusiasmo con cui si apprese la notizia dell’acquisto dei terreni dell’area termale di Carignano da parte della società Srl e del progetto in itinere annunciato dall’amministratore delegato della società Avvocato Natali. Ci fece davvero sperare che quel luogo abbandonato da anni finalmente potesse tornare a vivere anche con la riapertura delle terme che un tempo erano un punto di riferimento per le cure di molti bisognosi provenienti sia dalla Regione Marche che da altre Regioni d’Italia. Siamo entrati nel 2022 tutto è fermo, avvolto nel mistero, e quei luoghi sono tornati, dopo uno spiraglio di luce, nuovamente nel buio più totale. Chissà perché? Il 22 dicembre organizzammo un incontro tra l’Avvocato Natali della società proprietaria e la Presidente Morbidoni dell’associazione “Riapriteci le Terme di Carignano”. Da quell’incontro si era capito che doveva sbloccarsi una certa autorizzazione, da li a poco, ferma in Regione. Personalmente, in questi giorni – riferisce Pollegioni – ho cercato di capire cosa stesse succedendo, spero di essere smentito, ma pare che i freni siano diversi. Dalle concessioni sovrapposte che si contendono dell’acqua Perpetua ai 24 ettari di terreno, dove sembrerebbe esistere una concessione fino al 2034. A questo pare si aggiunga il contenzioso legato al pagamento della tassa regionale di concessione delle Acque termali anni,2017,2018,2020,2021. Sembrerebbe, lo dico chiedendo chiarimenti e smentite, che esista un qualche problema legato alla concessione delle acque termali da revocare alla vecchia gestione per poi darla alla nuova e sembrerebbe che fare questa ultima pratica comporti andare incontro ad una serie di vincoli legati a nuove leggi a cui attenersi e sembrerebbe che questo sia un vero problema. Crediamo – continuano Pollegioni e Delvecchio -, che la Società e la Regione debbano trovare un punto di incontro. Se invece le problematiche sopra riportate possono essere smentite perché il problema sono solo le autorizzazioni per l’uso delle acque termali si lasci in stand-by il percorso delle concessioni e nel frattempo si vada avanti con il resto del progetto perché a quanto pare si parla anche di molti posti di lavoro. Non c’è dubbio che la proprietà che ha acquistato è privata ed ha l’autonomia di decidere senza interferenze ma le terme sono un bene pubblico e quindi ci sta a cuore sapere se hanno un futuro oltre a preoccuparci che quei luoghi non tornino di nuovo nel degrado. Qualcuno ci risponda».