FANO – Un appello congiunto a firma di ben 5 identità politiche distinte. L’oggetto? Il nuovo e tanto chiacchierato monastero trappista su cui già si è espresso il fronte del ‘No’. A gettare acqua sul fuoco e cercare di spegnere le polemiche era stato il vice sindaco Fanesi; diplomatica la Diocesi locale che si era limitata a dare il benvenuto alla nuova comunità religiosa.
A prendere posizione stavolta e firmare un appello congiunto sono stati Andrea Serafini, (Rappresentante Gruppo Territoriale Fano MoVimento 5 Stelle), Luciano Benini, (Coordinatore politico Bene Comune), Teodosio Auspici (Ribella), Aldo Scalera (Coordinatore PSI) e Michele Mattioli (Verdi Fano): «I cittadini avvertono la necessità di una discontinuità rispetto a molte delle scelte amministrative degli ultimi 10 anni, ma anche per proporre una visione di città che riporti al voto i tanti delusi e disillusi. Questo cammino è reso impervio da alcune scelte che l’amministrazione Seri sta continuando a fare e che ci trovano nettamente contrari, come già ampiamente emerso nel dibattito politico pubblico. Tra queste scelte due saranno in discussione lunedì in Consiglio comunale, ovvero la sostituzione dell’Ambito Territoriale Sociale con l’Azienda per i servizi alla persona e l’ennesima discutibile variante urbanistica, quella per i monaci Trappisti a Montegiove, peraltro proposta in contemporanea al nuovo Piano Regolatore Generale e nell’imminenza dell’approvazione di una nuova legge urbanistica regionale».
Le cinque identità politiche in corso si appellano alla Giunta per bloccare l’iter: «Avvicinandoci ormai al termine naturale di questa amministrazione, ci appelliamo ai consiglieri comunali di maggioranza ed alla Giunta affinché sospendano la delibera che lunedì prossimo prevede il voto sull’Azienda dei servizi alla persona, come richiesto da una mozione sottoscritta da undici consiglieri comunali, e la delibera sulla variante urbanistica di Montegiove per il monastero dei Trappisti – e concludono – Sarebbe una scelta intelligente, di buon senso, ed un segnale concreto della volontà di non voler frapporre ostacoli alla costruzione di un progetto politico comune di città che tanti cittadini vicini al campo progressista si aspettano da noi».