FANO – Una moneta finta che consentiva loro di giocare all’infinito. Praticamente il sogno di ogni ragazzo vissuto negli anni ‘80/90 e dedito alla frequentazione delle vecchie sale-giochi con gli Arcade. Solo che questo oggetto collegato ad un cavo metallico veniva inserito nelle slot machine da tre romeni che, per questo, sono finiti nei guai.
Si chiama ‘tecnica del pesciolino’ e permetteva loro di giocare in maniera sistematica e ripetuta fino a sbancare le macchine di diversi locali, tanto da permettere loro di racimolare anche 3mila euro al giorno. A mettere fine a questa truffa sono stati gli agenti di polizia del commissariato di Fano coordinati da Stefano Seretti, in sinergia con la polizia locale coordinata da Anna Rita Montagna, e grazie al prezioso utilizzo del sistema di videosorveglianza cittadino.
L’auto sospetta, un’Audi A5, già attenzionata dalle autorità, era stata individuata mentre si aggirava con fare sospetto tra via Roma e la statale adriatica. I tre, di un’età compresa tra i 35 e i 45 anni, sono stati seguiti dagli agenti ed attesi all’uscita di una sala giochi: avevano con loro 800 euro appena ‘vinti’ e la moneta finta. Un altro oggetto simile è stato trovato all’interno dell’Audi.
Dalle indagini del commissariato è emerso anche il modus operandi della banda, che era solita appoggiarsi in alcuni alberghi mentre i membri studiavano la zona e le sale slot in cui colpire. Due di loro facevano da pali, mentre il terzo truffava le macchine con la tecnica di cui sopra.
Nella giornata di venerdì il giudice ha convalidato gli arresti per furto aggravato. Il capo della banda era già noto per decine di furti di questo tipo messi a segno su tutto il territorio nazionale. Per lui il giudice ha optato per la misura cautelare dell’obbligo di dimora in Lombardia, per gli altri il processo è stato rinviato al 20 maggio.