FANO – Una manifestazione nella manifestazione che continua a generare polemiche tra due poli diametralmente opposti. Da una parte l’evento #Restiamoliberi, organizzato da Pro Vita e Famiglia, contro il Disegno di Legge Zan-Scalfarotto sulla Omotransfobia, dall’altra l’irruzione di alcune donne del collettivo “Sisters on the block Fano” favorevoli al DDL. È questo quanto è andato in scena nella giornata del 12 luglio a Sassonia di Fano.
Il DDL Zan- Scalfarotto di fatto vorrebbe estendere alle manifestazioni d’odio fondate sull’omofobia e sulla transfobia i reati già previsti nel codice penale. Di base si tratterebbe di un’integrazione agli articoli 604-bis e 604-ter del Codice Penale, che già puniscono la propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica o religiosa.
Una volta approvata la legge, sarà punito con «la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi o fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere».
A far storcere il naso ai detrattori della suddetta proposta il fatto che, a loro dire, il DDL finirebbe per colpire l’espressione di una legittima opinione più che sanzionare la discriminazione, sfociando di fatto nel reato d’opinione e che potrebbe portare al diffondersi in maniera veloce della discussa teoria gender.
Nonostante la manifestazione, svoltasi in concomitanza con decine di piazze italiane tra cui Roma, sia stata interrotta da un gruppetto di donne favorevoli alla proposta, il tutto si è svolto senza incidenti rilevanti. Va detto che l’evento era presidiato da decine di unità della Polizia di Stato, dai Carabinieri e dall’Esercito.
Non è mancata però la coda di polemiche tra coloro che hanno ritenuto fuori luogo l’intrusione delle contro-manifestanti: «La Nuova Fano, presente alla iniziativa organizzata dal Comitato Difendiamo i nostri figli e Family Day, giudica inaccettabile il comportamento dei centri sociali che anche con gesti di violenza verso le persone che manifestavano dignitosamente, hanno dimostrato, con i loro slogan volgari e offensivi, di voler censurare la libertà di espressione e di opinione quando è diversa dalla loro» riferisce Stefano Pollegioni che attacca senza mezzi termini i manifestanti: «Da quello che si legge dalla stampa sembra accertato che il centro sociale che ha manifestato a Sassonia di Fano è lo stesso che ai tempi occupò la casa del Custode dell’ex aeroporto con il benestare dell’Amministrazione comunale sempre pronta ad approvare ogni loro iniziativa. Ora ci aspettiamo che venga verificato che quel facinoroso gruppo sia stato autorizzato a contro-manifestare in quel luogo se così non fosse contiamo che vengano presi provvedimenti».
E conclude: «Inoltre ci aspettiamo che il Sindaco Massimo Seri e l’Assessore alla legalità Samuele Mascarin insieme a tutta l’Amministrazione comunale prendano le distanze “pubblicamente” da questo gruppo che con i loro comportamenti non fornisce una bella fotografia ad una città rispettosa come Fano già abbastanza penalizzata dal degrado urbano e con questi fatti corre il rischio anche del degrado sociale. Facciamo un appello al signor Prefetto dott. Vittorio Lapolla perché intervenga con la sua autorità affinchè si facciano tutti i dovuti accertamenti e si prendano i previsti provvedimenti perché fatti come questi a Fano, ma ovunque, non devono più accadere».