FANO – Preoccupa il focolaio di Covid-19 sviluppatosi nei giorni scorsi all’Ospedale Santa Croce di Fano, soprattutto nell’ottica del ritorno, come anticipato dal presidente Acquaroli, della Regione Marche dalla zona arancione a quella gialla.
Proprio la situazione del nosocomio locale potrebbe fungere da ago della bilancia per la scelta decisiva. Al riguardo è intervenuto nelle ultime ore l’Assessore alla Sanità delle Marche, Filippo Saltamartini, a margine della seduta del Consiglio regionale in merito all’abbassamento del livello di emergenza: «Ritorno delle Marche in zona gialla? È l’auspicio, penso di sì, però abbiamo un focolaio a Fano che stiamo gestendo: abbiamo 25 positivi, con 25 in zona grigia, speriamo che questi pazienti non si riflettano sulle terapie intensive».
Nella giornata del 29 novembre erano state comunicate nuove positività per Coronavirus presso le Unità operative di Gastroenterologia e Medicina 3. Al riguardo si era riunita l’Unità di Crisi dell’azienda ospedaliera Marche Nord, per fare il punto sui posti letto Covid e isolare i pazienti positivi che resteranno nel presidio di Fano, assicurando la garanzia di percorsi separati per la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari. Si era scelto di procedere con lo screening a tutti i dipendenti tramite test antigenico rapido e ripetizione test molecolare a tutti i pazienti ricoverati, a partire dalla data odierna.
«L’unità di crisi – spiega il direttore sanitario Edoardo Berselli – si è riunita nuovamente per definire alcune modifiche organizzative relative al Presidio di Fano, a seguito di alcuni degenti risultati positivi dopo il secondo tampone. Come da disposizioni aziendali e in conformità con le linee guida ministeriali, ISS e OMS, infatti, tutti i pazienti che necessitano di ricovero ospedaliero sono stati sottoposti, come da procedura aziendale, a test molecolare in Pronto Soccorso/ pre-ricovero, prima dell’accesso nel reparto di degenza, risultando negativi. Test ripetuti e alcuni poi sono risultati positivi. A seguito dei casi di positività riscontrati anche nelle giornate precedenti in pronto soccorso del Santa Croce di Fano, sono diverse le disposizioni».
Il focolaio, come riportato da CentroPagina, aveva avuto inizio al reparto di cardiologia dove il primo caso era stato accertato lo scorso 10 novembre: da quel momento in poi è scattato il protocollo ed il monitoraggio del personale e degli altri pazienti che sono entrati in contatto con il paziente positivo. Anche il degente da cui è partito il focolaio, al momento del ricovero, era stato monitorato e sottoposto agli accertamenti ma, nel caso specifico, il tampone effettuato aveva dato esito negativo. Nonostante i tamponi vengano ripetuti più volte nei casi sospetti, la certezza assoluta di fatto è impossibile da garantire: la variabile del periodo di incubazione rende fallace accertare al 100% la negatività.
Nel tardo pomeriggio Berselli ha però rassicurato che il focolaio verificatosi presso il presidio dell’ospedale Santa Croce di Fano è circoscritto, permettendo al nosocomio di proseguire con la normale attività. «Siamo riusciti – ha spiegato il direttore sanitario – a isolare i positivi e proseguire con la normale attività di ricovero e ambulatoriale, continuando ad erogare prestazioni in totale sicurezza sia per i pazienti che per gli operatori sanitari. Le misure attuate tempestivamente, infatti, hanno permesso di isolare i pazienti positivi, presso la palazzina C, rendendo il presidio Santa Croce sicuro per degenti, gli utenti e per chi lavora all’interno della struttura».
Nella giornata di ieri, infatti, sono stati ripetuti i tamponi molecolari su tutti i pazienti ricoverati, per un totale di 193 tamponi. Di questi sono 24 i pazienti degenti, risultati positivi e sono tutti asintomatici. Durante lo screening sono stati effettuati tamponi anche sui dipendenti AORMN, risultando positivi al test molecolare 9 operatori, di cui un medico e 8 afferenti al comparto.
Infine è iniziato ieri anche lo screening con test antigenici rapidi su tutto il personale, che al momento ha coinvolto 350 dipendenti e solo 3 sono risultati positivi.