FANO – Dalle parole ai fatti. Dopo aver annunciato pochi giorni fa la sua volontà di lanciarsi in una battaglia contro l’affaire fondi, il sindaco di Fano Massimo Seri ha dato seguito alle sue parole, chiamando a raccolta potenziali alleati che si trovano nelle medesime situazioni, ma anche l’Anci perché si adoperi per un cambiamento reale.
A far saltare la mosca al naso è quello che il primo cittadino e non solo, aveva definito un vero e proprio sopruso: la distribuzione delle risorse economiche solo alle città capoluogo. «È intollerabile – aveva sottolineato Seri – che un numero cospicuo di risorse arrivi esclusivamente alle città capoluogo, tagliando fuori le cosiddette città medie che sono il fulcro e il cuore pulsante dell’Italia».
Il nodo della discordia evidenziato è proprio la disparità di trattamento tra amministrazioni che rappresenta un freno allo sviluppo e alla crescita di numerose realtà sociali e territoriali italiane.
«I comuni vengono da un lungo periodo di investimenti ‘bloccati’. Gli investimenti fissi lordi sono passati dai 15 miliardi del 2004 agli 8 miliardi del 2014 sino a segnare una ripresa nel 2019 superando di poco i 9 miliardi di euro. La spesa corrente non ha avuto una storia migliore. In cinque anni, dal 2011, tra tagli e mancati trasferimenti sono mancati ai bilanci dei comuni oltre 12 miliardi di euro».
E prosegue: «L’assimilazione città media = Comune capoluogo di Provincia è sbagliata ed oltre a tagliar fuori numerosi comuni non capoluogo con popolazione (e problemi) superiori a quelli dei comuni capoluogo ignora una fascia importante di comuni che hanno sviluppato aree funzionali importanti e che quindi sono fulcro di servizi e motore di sviluppo per un territorio e di una popolazione che travalica il confine amministrativo».
Il primo cittadino vuole però anche sottolineare e chiarire che la sua invettiva non è una polemica contro i comuni capoluogo, ne tantomeno un’iniziativa per sottrarre loro delle risorse. Lo scopo è quello di mettere tutti i comuni che hanno gli stessi problemi e le stesse potenzialità dei comuni capoluogo nelle condizioni di poter accedere alle medesime opportunità.
Al riguardo Seri ha le idee molto chiare: «L’avvio del recovery plan sarà un momento fondamentale per la ripresa dello sviluppo dei nostri territori e per rilanciare gli investimenti. Deve essere garantita la parità d’accesso a queste risorse senza figli e figliastri – e conclude – bisognerebbe definire un sistema di erogazione dei contributi statali agli enti territoriali che si applichi a tutti i canali di intervento e che si basi sulla proporzionalità individuata in base a parametri chiari e oggettivi».