FANO – A distanza di cinque giorni dagli insulti rivolti dagli spalti ad una calciatrice di colore il sindaco di Fano ha deciso di scendere in campo in prima persona per condannare quanto avvenuto. I fatti risalgono infatti a domenica scorsa: durante la sfida che vedeva contrapposte la compagine femminile under 17 dell’Alma Fano e le pari età dell’Ancona Respect, sarebbe stato fischiato un rigore per le padrone di casa; la decisione arbitrale è stata contestata da una calciatrice dorica di colore che di tutta risposta si è sentita gridare dagli spalti delle frasi gravissime tra cui «Ti sbianco» e «Sei una mangiabanane».
Il primo cittadino ha deciso di scrivere di suo pugno una lettera aperta alla under 17 in forza alla squadra dorica in cui stigmatizza e condanna senza appello l’accadimento: «Non conosco il tuo nome, ma conosco il tuo dolore. Ed è lo stesso dolore che provo io. Perché anche io come te mi sento deluso, arrabbiato e offeso da questo terribile episodio. Sai, come sindaco rappresento Fano e provo un senso di profonda tristezza per queste parole che non appartengono alla nostra comunità che si è sempre contraddistinta per un senso di fratellanza e di grande rispetto verso l’altro. Nei momenti di difficoltà non abbiamo mai lasciato indietro nessuno, tenendoci tutti per mano. Fano ha un grande cuore e lo ha sempre dimostrato. Ci impegniamo ogni giorno per promuovere e sensibilizzare un modo di vivere e condividere un senso di appartenenza comune. Poi capitano episodi come questo e mi fanno crollare il mondo addosso. È gravissimo. Non voglio nemmeno giustificare dicendo che sono cose isolate. Devo dirti con tutta sincerità che in questo caso avverto un sentimento di rabbia, perché questa tremenda offesa è stata rivolta a te quanto a me».
Il sindaco sottolinea l’impegno dell’amministrazione e della cittadinanza contro la lotta al razzismo: «Ci impegniamo ogni giorno per promuovere una città capace di abbracciarsi e di sentirsi. Credo che in una comunità autentica nessuno debba essere lasciato solo. E così come si moltiplica la gioia, allo stesso modo va condiviso fra tutti anche il dolore per vicende come queste. Un po’ come quando leggi un libro e ti capitano pagine brutte che ti fanno male. Non le puoi strappare, sono lì ma senti il dovere di voltare pagine. Io insieme a te voglio voltare pagina. Non voglio soffermarmi su quella offesa che fatico a qualificare, piuttosto penso al male che ti hanno fatto e mi hanno fatto. Piuttosto vorrei chiederti di quello che provi giocando a calcio, ricorrendo un pallone che è anche un rincorrere un tuo sogno. Ti vorrei chiedere che squadra tifi e quali sono i tuoi idoli. Vorrei che mi raccontassi della voglia e dei sacrifici che fai per vivere questa tua passione. Unire studio, famiglia e gli allenamenti con le partite è davvero impegnativo. Sono convinto che a casa tua il suono del pallone che sbatte sulle porte sia un po’ una musica di sottofondo ed è bellissimo. Questo è quello che ti deve spingere a giocare con più determinazione. A metterci ancora più energia. In questa passione. A credere che lo sport meriti tutto quello che hai da metterci dentro. Le polemiche non ci devono toccare, perché tu devi continuare a rincorrere quel pallone. E pensa che nella prossima partita io sarà con te, magari a segnare un gol, a fare un assist per l’attaccante o a esultare con le tue compagne. Si vince insieme. Sempre. E si perde insieme – e conclude – Allora noi abbiamo una partita da vincere».