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Fantasmi a Osimo

I ghostbusters sono tornati, di nuovo armati di tutta l'attrezzatura per scovare i fantasmi. Stavolta hanno messo piede in notturna nella chiesetta dei Templari di Osimo e hanno già fissato un secondo appuntamento con la rocca di Offagna

Il gruppo "Italian paranormal research"

OSIMO – I ghostbusters “Italian paranormal research” di Forlì hanno fatto un sopralluogo nella chiesetta dei Templari a Casenuove di Osimo e il 29 aprile saranno alla rocca Offagna per un’indagine notturna. Da uno scatto fotografico appena arrivati sul posto a Osimo hanno centrato un’anomalia, una presenza misteriosa che gli esperti non riescono a identificare.

Non sono i soli a essersi addentrati in zona a caccia di fantasmi e misteri.

I G.r.p.i., gruppo ricerca paranormale Imola, erano già stati alla rocca di Offagna. Che il torrione fosse abitato da “presenze” era già cosa nota tra gli amanti del paranormale. Esistono varie testimonianze che raccontano di una donna bionda in abito verde vista all’interno della fortificazione prima che se ne perdessero le tracce. Il gruppo di ricerca sul paranormale, grazie alla disponibilità della Pro loco, ha disposto nei punti cosiddetti “caldi” del castello tutta la strumentazione atta a captare sonorità o vibrazioni inattese: video camere all’infrarosso, foto-trappole, sensori di movimento e registratori audio. L’indagine parascientifica ha avuto luogo dalle 21 alle 2 di notte. Potere della suggestione che lascia un velo di brivido: in presenza di testimoni si sono uditi rumori simili a passi nell’ultimo piano del torrione e nella sala del pozzo e a una precisa domanda di uno dei ghostbusters, che rivolgendosi al buio ha detto “spegnimi la torcia”, c’è stato un calo di intensità della stessa che ha poi ripreso a funzionare.

Le voci misteriose delle grotte di Camerano invece sono state registrare dal Giap di Roma. Il “Gruppo investigativo attività paranormali” è stato impegnato in una nuova ricerca nel misterioso percorso ipogeo: «I risultati “parlano” da soli, due risposte nette in ambienti dove non dovrebbe esserci altro che silenzio, invece una di queste voci ci ha detto chiaramente che lì sotto sono in tanti», racconta Maurizio Chionno del gruppo. Giunti sul posto e controllata l’attrezzatura, hanno percorso l’intera struttura soffermandosi in ogni sala. «L’ambiente che in un primo momento sembrava tranquillo come ci si aspetterebbe in realtà ha cominciato a offrirci rumori e bisbigli che ci hanno accompagnato per tutta la notte – continua -. Di sicuro la storia più recente ci racconta di una città sotterranea che ha protetto vite nel 1944 durante la guerra. Tra le leggende c’è quella che nasce da una registrazione effettuata dal fonico Marrico Rocchi durante prove audio all’interno delle grotte, e in una di queste fu possibile udire, in modo chiaro, un urlo inquietante di sconosciuta provenienza. A noi una voce ha risposto a un invito dicendo: “Sì va bene”, un’altra invece, a domanda precisa di farci capire quanti fossero, ci ha risposto “Siamo in tanti”».

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