CASTELFIDARDO – Maurizio Casarola del Melaluna centerdance di Castelfidardo, sala da ballo tra le più frequentate della Valmusone, si dice preoccupato. La situazione è difficile, i dancing come le discoteche non sanno ancora quando potranno riaprire e se potranno farlo come prima.
«Siamo i primi ad essere stati chiusi e saremo gli ultimi ad aprire. La situazione è disastrosa. Chiediamo al Governo e alla Regione aiuti, abbiamo i fissi, affitto e bollette e assicurazione (nel nostro caso almeno mille e 200 euro al mese di spese) nonostante zero incassi. Se non riapriamo non avremo liquidità necessaria per ripartire. Le entrate derivano solo dal biglietto di ingresso. Per noi non è prevista alcuna sovvenzione, chiediamo almeno la sospensione delle bollette», spiega Casarola. Il discorso della sanificazione non sarebbe poi stato ancora chiarito: «Abbiamo mille e 500 metri quadrati di spazio, dovremmo spendere almeno mille e 500 euro per la pulizia ogni volta che apriamo. E per il distanziamento poi, come assicurarlo se si balla? Da risolvere anche la questione della responsabilità penale, se qualcuno denuncia di aver contratto il virus da noi, quello che abbiamo fatto per tutta la vita lo perdiamo in 30 secondi. Io faccio parte del sindacato delle sale da ballo e devo dire che ci sentiamo un po’ abbandonati».
Un settore che lamenta appunto il mancato aiuto dello Stato: «La nostra è cultura popolare, importante, se non ci riprendiamo verrà a mancare un tassello di tale ambito per l’Italia. Nonostante ciò non abbiamo sovvenzioni come il teatro, forse siamo di serie b. Il fatto poi è che il nostro è un settore non conosciuto. È sano, dedicato a persone dai 40 in su, apriamo alle 9.30 e finiamo alle due. Il Melaluna è un grande e sentito luogo di aggregazione dove si balla il liscio, i latini-americani. Perderlo per tante persone sarebbe davvero brutto».